E’ stata finalmente presa la borseggiatrice bosniaca di 29 anni che a Milano ha messo a segno una lunga serie di furti, rapine e scippi. La ladra, madre di 6 figli, al momento dell’arresto ha svelato di essere di nuovo incinta
Condannata per una sfilza di reati predatori a 20 anni e un mese di carcere. La pena definitiva è stata accumulata in diversi anni di rapine e furti avvenuti nel capoluogo Lombardo. Un curriculum notevole per la borseggiatrice seriale Patrizia Hamidovic che inizia nel gennaio del 2020.
La fine della condanna per la 29enne bosniaca è prevista per il 18 novembre 2043 ma la donna, al momento dell’arresto, ha dichiarato agli agenti intervenuti due giorni fa, di essere in attesa del suo settimo figlio.
La borseggiatrice di Milano
Patrizia Hamidovic deve scontare 20 anni e un mese di reclusione dopo aver accumulato una serie di condanne per furti, scippi e rapine. La borseggiatrice in manette ha dichiarato di essere al secondo mese di gravidanza, ma questa notizia non ha comunque fermato i poliziotti nel portare a termine il loro lavoro e, dunque, la 29enne bosniaca dopo un controllo medico alla clinica milanese Mangiagalli è finita comunque al carcere di San Vittore.
Un profilo da ladra seriale quello di Patrizia Hamidovic con un cumulo di esperienze nel campo delle rapine che farebbe impallidire anche il miglior ladro in circolazione. La borseggiatrice seriale è la stessa che il 13 gennaio 2020 fu denunciata insieme alla complice Fadila Hamidovic dai carabinieri della stazione Rogoredo dopo un colpo messo a segno sul filobus 91.
I precedenti
Durante le indagini sulla 29enne bosniaca, le forze dell’ordine all’interno delle specifiche banche dati hanno scoperto ben 16 alias che rimandavano alla stessa persona, ovvero Patrizia Hamidovic e alla sua lunga lista di precedenti.
In quel caso, febbraio 2019, la borseggiatrice aveva 25 anni ed era incinta alla tredicesima settimana di gestazione e già madre di cinque figli. Gli accertamenti sulla sua identità portarono alla luce anche una serie di pene accumulate nel tempo: 8 anni e 2 mesi. All’epoca, la bosniaca domiciliata nel campo nomadi di via Monte Bisbino, a Milano, risultando in attesa, non fu arrestata.
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L’arresto
Da quell’anno (2019) si passa allo scorso giovedì, 10 aprile 2024, quando i poliziotti dell’Ufficio prevenzione generale della Questura di Milano, per caso, intercettano la donna in via Voltri. La borseggiatrice alla vista degli agenti si è immediatamente voltata per evitare di essere fermata ma quel movimento fulmineo ha insospettito le forze dell’ordine che hanno deciso di controllarla. Da qui è balzato fuori l’ordine di esecuzione emesso dal Tribunale di sorveglianza il 7 giugno 2023, e la pena da scontare era passata da 8 anni a 20 anni e un mese.
La 29enne ha preferito non avvertire né i familiari né il consolato del suo arresto, spiegando agli agenti solo di essere incinta. Già nel dicembre del 2015 il nome della borseggiatrice era già emerso nell’indagine che portò agli arresti domiciliari anche i due investigatori dell’Antiborseggio della Squadra Mobile, Cosimo Tropeano e Donato Melella, condannati nel 2018 in via definitiva dalla Corte di Cassazione a 6 anni per aver obbligato alcune ragazze nomadi a dividere il bottino delle rapine e dei vari furti in Stazione Centrale.
Finirono in quell’indagine, condotta dagli agenti della Squadra Mobile e della Polfer, anche23 nomadi serbo-bosniaci, sospettati di essere componenti di un’associazione a delinquere specializzata in furti. L’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Francesco D’Alessio mise al centro proprio Patrizia Hamidovic e la complice Fadila Hamidovic, considerate le “boss” dell’organizzazione criminale.