“Siamo felici anche per il suo dramma umano. Fino a ieri sera, era molto provato. La Corte d’Appello ha riconosciuto che la sentenza di primo grado era basata su elementi erronei”.
Queste sono state le parole dell’avvocato di Emilio Fede, Giuseppe Toraldo.
Per la Corte d’Appello di Milano, presieduta da Giuseppe Ondei, non esiste alcuna prova che l’ex direttore del Tg4 fosse a conoscenza del fatto che Lele Mora era un “imprenditore individuale”.
Ha così assolto Fede dall’accusa di concorso in bancarotta fraudolenta con Lele Mora ribaltando la sentenza con cui in primo grado era stato condannato a 3 anni e mezzo di carcere.
Secondo l’accusa, Silvio Berlusconi, sarebbe stato vittima di un raggiro: Fede gli avrebbe chiesto un prestito da 2 milioni e 750 mila euro da consegnare a Mora per il salvataggio della sua societa’ ‘LM Management‘.
I soldi però non sarebbero mai arrivati alla società ma sarebbero stati trattenuti da Mora (ha patteggiato) e dal giornalista. I giudici di secondo grado hanno smontato però questa tesi in quanto ritentata irrilevante penalmente.