Milano, non ci siamo. 6 adolescenti su 10 hanno problemi alimentari. Qualità della vita, scadenze e orari: lo stress arriva nel piatto.
In Lombardia, in particolare a Milano, scoppia il caos. I problemi sono nel piatto: un tempo si diceva gioventù bruciata, oggi a bruciare male nei giovani sono le calorie. Lo conferma uno studio della Health Behaviour in School Aged Children che indica quanto i sempre più numerosi adolescenti lombardi abbiano seri problemi con il cibo. Niente di preoccupante come anoressia e bulimia, che restano patologie e condizioni importanti da monitorare per uscirne, ma è proprio una questione di gestione del cibo.
Questi ragazzi mangiano poco e mangiano male. Senza criterio. Alla ricerca di qualcosa che non può essere soddisfatto con la rapidità: pranzare, cenare, fare merenda. Tutto richiede dei tempi che a Milano sembrano non esserci più. Per troppo tempo, descrive un editoriale sul Corriere della Sera, si è associata la velocità alla capacità produttiva.
Ora questa frenesia non va più bene perchè metterebbe in seria difficoltà i ragazzi. Al punto da non avere tempo per nutrirsi. Infatti 6 adolescenti su 10 si vedono grassi senza esserlo. L’11% dei quali non mangia quasi mai frutta e verdura. Inoltre la vita sedentaria ha inciso ulteriormente in maniera negativa: lo stesso studio rivendica un 37% del tempo di un giovane medio è trascorso sui social.
Circa 3 ore e mezza del suo tempo giornaliero. Una giornata scolastica è composta – per eccesso – da otto ore di produttività. 3 delle quali se ne vanno accanto a un device di vario tipo: dal tablet allo smartphone, questo abbinato all’espansione dei fast food e gli all you can eat ha fatto sì che non ci fosse più spazio per una dieta bilanciata.
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I ragazzi sono troppo spesso lasciati a loro stessi, sempre a causa della vita frenetica menzionata in precedenza. Si corre sempre più e nessuno ha davvero tempo, neppure per un pasto e la convivialità che genera. Lo studio in questione è stato fatto su un campione di 17mila ragazzi tra gli 11, 13, 15 e 17 anni. A lanciare l’allarme è anche Corrado Celata responsabile della ricerca per la Lombardia e direttore dell’Unità di promozione della salute della direzione generale Welfare in Regione. Serve un cambio di rotta e deve partire dallo stile di vita. Siamo ciò che mangiamo, dicevano i latini. E i lombardi mangiano male.