L’allarme lanciato da alcuni passanti in strada dopo aver assistito alle botte sulla donna, una 22enne incinta al terzo mese di gravidanza. Dallo scorso luglio l’aggressore era fuggito dai domiciliari in Calabria
Le botte, i calci al viso, i pugni ovunque e le urla. Poi il coltello puntato alla gola e la corsa fuori dal palazzo della 22enne, incinta al terzo mese di gravidanza. Seguita in strada dal compagno 27enne, cittadino turco. Lì altre botte.
L’aggressione è avvenuta a Milano in strada la notte tra domenica e lunedì scorso. L’uomo è stato arrestato dopo aver massacrato la fidanzata incinta, originaria della Serbia. A lanciare l’allarme alcuni passanti.
Massacrata di botte dal compagno
Ancora un’altra brutale violenza a Milano. Questa volta la vittima ha 22 anni ed è incinta al terzo mese di gravidanza. L’allarme è scattato verso le 2 della mattina, quando alcune persone, passando in quel tratto di strada hanno visto un uomo accanirsi sulla donna. Immediata la chiamata ai soccorsi che, nel giro di poco tempo sono giunti sul posto.
I carabinieri del Radiomobile hanno rintracciato il giovane mentre cercava di entrare in un palazzo e lo hanno bloccato. Finalmente fermato dagli uomini dell’Arma, il 27enne inizialmente ha fornito un nome e un cognome falsi e si è opposto al controllo. Ma alla fine i carabinieri sono riusciti a ricostruire quanto accaduto poco prima, ovvero che l’uomo si era avventato contro la ragazza dopo una lite per futili motivi.
La vittima, incinta al primo trimestre di gravidanza, era stata colpita con un ventilatore di ferro in faccia e minacciata con un coltello puntato alla gola. Quando poi la 22enne era riuscita a scappare dal suo aguzzino, questo l’ha raggiunta in strada dove ha continuato a malmenarla aggredendola con un tubo anche quando la vittima era già a terra.
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L’aggressore fuggito dai domiciliari
Portato in caserma l’aggressore, i carabinieri hanno poi scoperto che il 27enne doveva trovarsi in realtà agli arresti domiciliari a Lamezia Terme, in Calabria, da dove era fuggito il 27 luglio scorso.
L’uomo era ai domiciliari con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Per lui sono dunque scattate le manette per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali aggravate, sostituzione di persona, evasione e rifiuto di fornire le proprie generalità. La donna invece, è stata accompagnata presso il pronto soccorso del Policlinico di Milano per essere visitata e curata.
