Migrante 22enne arrestato per rapina a Milano: riconosciuti problemi mentali causati dal viaggio in gommone. E’ la prima volta

E’ stato arrestato per rapina alla stazione Centrale di Milano un migrante 22enne ma per la prima volta, il Tribunale riconosce una parziale incapacità di intendere e volere causata dal trauma subito dal ragazzo nel viaggio dal Marocco a Lampedusa

Secondo la perizia psichiatrica depositata dal giudice del Tribunale di Milano, la traversata in mare a bordo di un gommone dal Marocco a Lampedusa ha costituito al giovane migrante 22enne arrestato lo scorso 12 aprile a Milano per rapina, “un potenziale fattore patogeno, aggravando in un post-adolescente i preesistenti aspetti di disregolazione del comportamento e di limitazione della analisi della realtà”.

migrante 22enne
Migrante 22enne
arrestato per rapina a Milano (ANSA) milano.cityrumors.it

Per la prima volta un tribunale accomuna la tragicità della migrazione di un migrante alla conseguenza caduta nell’illegalità, riconoscendo al 22enne, in questo caso, una parziale “incapacità di intendere e volere” che in un futuro processo sarà destinata a valergli come attenuante e  conseguente riduzione della pena.

Migrante 22enne arrestato per rapina. Il giudice conferma problemi psichici causati dalla traversata in mare

Lo scorso 12 aprile il 22enne marocchino fu arrestato a Milano per tentata rapina aggravata. Il giovane aveva provato a rubare un telefonino presso la Stazione Centrale. Da oltre sette mesi l’indagato è detenuto in custodia cautelare ma, per la prima volta, il Tribunale riconosce (in parte) al ragazzo le cause che l’hanno portato a commettere il gesto.

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Migrante 22enne
arrestato per rapina a Milano

L’odissea sofferta nel lungo viaggio partito dal Marocco e destinato a raggiungere le coste siciliane, secondo il giudizio della consulenza scientifica, come riporta stamani anche il Corriere della Sera: hanno “dato dimensione fortemente patologica al deragliamento clinico manifestato dopo l’arrivo in Italia con un abuso molto più intensivo di sostanze stupefacenti, con la messa in atto di comportamenti criminali e l’adesione ad un modo di essere antisociale, e con una pesante interferenza sullo stesso funzionamento cognitivo, in un soggetto che appare come un debole mentale nella sua analisi di realtà e nel modo di esprimersi, ma che ai test risulta di normali competenze cognitive”.

Nel carcere di San Vittore dove è detenuto, il marocchino non parla italiano. Nel raccontare la sua storia appare, a tratti, confuso. Sostiene di essere partito da Casablanca diretto in Libia. Qui i trafficanti di migranti lo avrebbero dovuto fare partire per 4.000 euro verso l’Italia. Ma giunto in Libia viene fermato e imprigionato. Contatta così i familiari rimasti in Marocco per pagare il riscatto (altri 3.000 euro) per poter proseguire il viaggio, ma viene nuovamente incarcerato da altri trafficanti in una sequenza di arresti e rilasci. Dichiara che per raggiungere Lampedusa ha dovuto pagare agli scafisti, in tutto, 24.000 euro.

La perizia psichiatrica

I due consulenti psichiatri nominati dal gip Fabrizio Filice, il prof. Domenico Berardi e il dottor Marco Lagazzi, dopo aver visitato ed esaminato il 22enne, dichiarano che “sul piano clinico non si può invocare l’associazione tra migrazione e aggravamento del “disturbo di personalità” come fattore patogeno certo e di causalità”. Ma ciò che emerge è con assoluta chiarezza un “disturbo di personalità così strutturato e grave da poter essere motivatamente ritenuto una infermità giuridicamente rilevante per un adolescente, che si vede schiavo di un sistema economico che lo condanna all’inadeguatezza perenne”.

Il grave problema che emerge dalla perizia psichiatrica, sempre secondo i due consulenti è che “la sua limitata consapevolezza del disagio, l’essere senza fissa dimora e senza riferimenti familiari in Italia, la forte predisposizione ad un uso massivo di sostanze, la compresenza tra aspetti borderline ed aspetti antisociali sono tutti elementi che evidenziano un’alta probabilità di recidiva clinico-comportamentale, tale da dare assoluta indicazione ad un trattamento giuridicamente vincolato”.

In sostanza, il giovane 22enne marocchino, senza arrivare al ricovero in una Rems, dovrebbe essere curato dal servizio psichiatrico in collaborazione con un Sert per i problemi di tossicodipendenza.

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