Messina Denaro, chi è l’insospettabile architetto Lombardo che aiutò il boss durante la latitanza

Nella rete di contatti loschi di Matteo Messina Denaro spunta anche il nome di Massimo Gentile, architetto di Limbiate e prestanome del boss. Chi è l’insospettabile 51enne Lombardo

I nomi di chi ha permesso al boss di “Cosa nostra” Matteo Messina Denaro di restare latitante per oltre 30 anni spunta anche il nome di un insospettabile architetto di 51 anni residente in provincia di Monza e Brianza. Dal 2019 si occupa dei procedimenti del servizio Lavori pubblici e degli appalti al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) del comune di Limbiate, dove risiede.

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Messina Denaro, spunta il nome insospettabile di un architetto Lombardo che aiutò il boss nella sua latitanza. Chi è Massimo Gentile (ANSA) milano.cityrumors.it

Lui è Massimo Gentile ed ora è accusato dagli inquirenti di far parte della “famiglia di Cosa nostra”. Indagato per associazione mafiosa, l’architetto brianzolo è stato arrestato questa mattina insieme ad altre due persone: il tecnico radiologo dell’ospedale di Mazara del Vallo, Cosimo Leone, anch’egli indagato di associazione mafiosa, e Leonardo Gulotta, indagato di concorso esterno in associazione mafiosa.

L’architetto prestanome

Dopo gli ultimi tre arresti, ora sono in corso perquisizioni sia in Lombardia che nella provincia di Trapani. Massimo Gentile è residente nel comune Lombardo ma è originario di Erice, cittadina nel trapanese, in Sicilia. Secondo quanto riferito dagli inquirenti il 51enne avrebbe fatto da prestanome al boss di Cosa nostra Matteo Messina Denaro facendogli acquistare un’auto e una moto che hanno permesso al capo mafia di vivere in latitanza.

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Messina Denaro, spunta il nome insospettabile di un architetto Lombardo che aiutò il boss nella sua latitanza. Chi è Massimo Gentile (ANSA) milano.cityrumors.it

Il nome di Gentile nei fascicoli legati al boss siciliano è saltato fuori da un appunto ritrovato dai carabinieri del Ros su una macchina. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, in 10 anni (dal 2007 al 2017), il professionista avrebbe più volte ceduto la sua identità a Messina Denaro, permettendogli così di comprare una Fiat 500 e una moto Bmw, e di stipulare così l’assicurazione sui due mezzi e, infine, compiere operazioni bancarie.

I magistrati scrivono che Massimo Gentile avrebbe permesso al boss: “di vivere e muoversi nel suo territorio come un cittadino qualunque e con un apparentemente regolare documento di riconoscimento”. Dallo scorso anno, quando il capomafia Denaro fu catturato – 16 gennaio 2023 – sono state 14 le persone arrestate dalle forze dell’ordine con l’accusa di aver aiutato il latitante boss trapanese. Di queste, 4 sono state già condannate in via definitiva.

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I rapporti di parentela di Massimo Gentile

L’architetto di Limbiate, Massimo Gentile ha rapporti di parentela con il killer ergastolano Salvatore Gentile, conosciuto per essere il marito di Laura Bonafede, amante storica del boss Messina Denaro. Ma non solo, l’architetto è anche cognato di Cosimo Leone, a cui, come riporta oggi il Giorno, i giudici accusano di aver garantito al latitante, nel 2020, di fare di nascosto una Tac al torace e all’addome e di avergli consegnato un telefonino privato durante tutta la degenza presso l’ospedale di Mazara del Vallo, nei giorni in cui il boss venne sottoposto a intervento chirurgico a causa del tumore al colon.

Non solo anche di avergli fatto recapitare dopo le dimissioni il cd della tac da mostrare agli specialisti che lo avevano in cura. I magistrati affermano in merito che “Leone sarebbe stato per Messina Denaro oltre che un indispensabile tramite con l’esterno durante l’intero periodo di degenza, anche un importantissimo punto di riferimento all’interno dell’ospedale”.

Infine, nel registro degli indagati c’è anche il nome di Leonardo Gulotta, accusato di aver messo a disposizione tra il 2007 e il 2017, la propria utenza telefonica per poter ricevere comunicazioni dal rivenditore della Fiat 500 acquistata sotto falso nome dal capomafia Denaro e dalle agenzie assicurative presso le quali erano state firmate le polizze per i due mezzi acquistati dal boss sotto falsa identità, quella dell’insospettabile architetto Lombardo Massimo Gentile.

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