Marta Roncoroni, 15 anni e la forza dei migliori non sono bastati: il tumore è stato fatale. L’iniziativa in suo ricordo.
Una vita spenta troppo presto dal destino beffardo diventa un’occasione per dare l’esempio. La storia di Marta Roncoroni è quella di una ragazza come tante, a soli 15 anni con il mondo in mano e i sogni in tasca deve fermarsi per una casualità. Un’emorragia cerebrale a causa di un tumore maligno le porta via la vita e quello che avrebbe voluto costruire, probabilmente senza nemmeno il tempo di capirlo davvero.
Chi ha ben chiaro cosa fare invece sono i genitori che, invece di avercela con il mondo, provano a premere il tasto reset. Indirizzare lo sconforto e la debolezza in qualcosa di più utile: l’aiuto condiviso. La soluzione migliore allora diventa una raccolta fondi per quel reparto che l’ha accolta. Il tumore di Marta era maligno, il suo esempio no: la famiglia ringrazia i medici che sono stati vicino alla giovane (l’equipe del San Gerardo di Monza) e hanno cercato in tutti i modi di salvarla. La speranza non è mai stata accantonata, proprio come la volontà di andare oltre e fare il massimo.
Questo continuerà ad essere, nonostante tutto. Una lettera, sui social, come se Marta fosse ancora in vita, esprime al meglio il concetto: “L’11 dicembre ho compiuto 15 anni ma il mio è stato un compleanno diverso dal solito, a suo modo unico, vissuto in un mondo sospeso e lontano, dove tempo, spazio, suoni, luci e colori hanno un senso completamente diverso da quello comune – si legge nella pagina della piattaforma online -. La notte del 10 novembre una emorragia cerebrale dovuta a un tumore maligno, che non sapevo di avere, ha reso necessario il mio ricovero nel reparto di Terapia intensiva neurochirurgica dell’ospedale San Gerardo di Monza. Qui ho incontrato dei medici e degli infermieri straordinari, una seconda famiglia, che ha provato di tutto per strapparmi a un destino terribile e ingiusto. Anche io ci ho provato. Tanto, tantissimo, con tutte le mie forze”.
“Purtroppo le cose non sono andate come speravamo… Con mamma, papà e Niccolò ci siamo detti che da un evento terribile come questo deve nascere per forza qualcosa di buono. Non può finire tutto così, non avrebbe alcun senso. Oltre alla nostra gratitudine desideriamo restituire qualcosa di tangibile a questa rianimazione, che nel nome porta una parola così importante, anima, e che oltre alla competenza tecnica tanto amore ha dimostrato nei miei e nei nostri confronti. Questa raccolta ha l’obiettivo di dotare il reparto, il mio reparto, di nuovi strumenti che possano aiutare altre persone, spero più fortunate di me. Al direttore del reparto, il dottor Citerio, lascerò il compito di scegliere ciò che ritiene più utile, certa che farà le scelte giuste per il bene dei suoi assistiti”. I funerali di Marta Roncoroni si terranno sabato prossimo presso la Cattedrale di San Giuseppe.