La Regione Lombardia dice basta ai medici gettonisti. La situazione cambia con le cooperative: Bertolaso promette nuove tariffe.
La Lombardia mette un freno ai medici gettonisti. Il volere arriva dall’assessore al Welfare Bertolaso. L’uomo ha garantito che ci sarebbe stata una politica diversa rispetto alle assunzioni. Notava troppo squilibrio fra gli assunti e quelli pagati a gettone. Le tariffe non erano a norma.
La questione è già stata sollevata qualche mese fa: il rischio era che i medici a gettone facessero andirivieni da una parte all’altra con turni estenuanti per lavorare massimo una, forse due settimane. Incamerare cifre da capogiro e tornare a fare altro. A scapito delle prestazioni sul posto di lavoro. Forzare i tempi non era la soluzione.
La conferma arriva dal fatto che, non appena Bertolaso ha annunciato nuove assunzioni in pediatria al Policlinico di Milano, le candidature sono arrivate in maniera capillare. C’è voglia di certezze. Con tariffe diverse, ma pur sempre più solide delle precedenti. Gli assunti si ritrovavano a prendere meno di chi lavorava in maniera “forfettaria”.
Non si tratta di semplice partita iva, ma resta una questione di rispetto dei ruoli e deontologia professionale. Le responsabilità si pagano, sempre. Per questo Bertolaso ha promesso di rivedere le tariffe. Significa limare quei dettagli che già erano in procinto di essere aggiustati per evitare un altro esodo come il precedente.
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40 nuove assunzioni solo nell’ultimo bimestrale. Poi si vedrà. La linea di partenza per un nuovo inizio è stata tracciata: nella speranza che rispetto alla Sanità lombarda ci sia un altro approccio. In primis rispetto al rapporto fra professionalità e aziende sanitarie, ma non solo. Un mosaico da ricostruire su sani principi, senza incomprensioni di sorta.