La tragedia è accaduta all’interno dell’ospedale di Vizzolo dopo che una 21enne ha denunciato lo stupro avvenuto su una barella del pronto soccorso e poi si è gettata dal 4° piano del reparto di Ginecologia
La vittima è una giovane ragazza di 21 anni, morta suicida dopo aver subito una violenza sessuale all’interno del pronto soccorso dell’ospedale di Vizzolo Predabissi (Milano) nella notte tra lunedì e martedì scorso. La ragazza dopo essere stata stuprata da un altro paziente su una barella, ha denunciato la violenza presso i carabinieri.
Il presunto stupratore ha ammesso di aver avuto un rapporto con la giovane ma, a detta sua, la ragazza era consenziente. L’uomo è stato fermato. La 21enne la sera dopo il fatto, non ha retto all’accaduto e si è tolta la vita gettandosi dal 4° piano del reparto di Ginecologia dove era stata ricoverata dopo la violenza. Ora la Regione Lombardia manda gli ispettori in ospedale.
Gli ispettori
La Regione Lombardia, a seguito del caso di stupro e suicidio verificatosi all’interno dell’ospedale milanese, ha inviato gli ispettori. Da Palazzo Lombardia hanno fatto sapere, come riporta oggi il Giorno: “In seguito alle vicende oggetto di indagine giudiziaria, Regione Lombardia ha immediatamente costituito una commissione di verifica coordinata dal vicedirettore del Welfare e composta da professionisti di Ats Metropolitana e dell’Agenzia dei controlli”.
Aggiungendo che la commissione guidata dal dottor Alberto Ambrosio “si recherà già domani (oggi, ndr ) presso il presidio di Vizzolo per iniziare le attività di verifica”. A seguito, l’Asst Melegnano Martesana, cui appartiene il presidio ospedaliero di Vizzolo, ha spiegato in una nota che “tutto l’ospedale è ancora sotto shock” sottolineando di aver “subito avviato un audit interno per verificare quanto accaduto. Regione Lombardia è stata immediatamente informata e si sono avviati congiuntamente ulteriori approfondimenti”.
In ultimo, l’Asst diretta da Roberta Labanca, assicura “totale collaborazione alla magistratura e, vista la delicata situazione, massimo riserbo”. Per situazioni del genere l’audit interno dell’invio degli ispettori della Regione è la prassi. Diversa, invece, la vicenda sulla quale indagano ora i commissari regionali. I quali inizieranno dalle verifiche del personale sanitari in servizio lunedì notte al pronto soccorso. Se questo fosse impegnato in urgenze e come sia stato possibile che nessuno si sia accorto di quanto avveniva su una barella finché la ragazza non ha denunciato tutto.
La ricostruzione
In un comunicato divulgato ieri sera dal procuratore capo di Lodi Maurizio Romanelli, a capo delle indagini condotte dei carabinieri della Compagnia di San Donato Milanese e della stazione di Melegnano, si mostra la ricostruzione delle sequenze avvenute lunedì notte.
Secondo una prima ricostruzione, quella notte tra lunedì e martedì, la 21enne, che si trovava in ospedale per un ricovero sociale legato a motivazioni pregresse e ancora in fase di approfondimento da parte dei carabinieri, sarebbe stata avvicinata dal 28enne A.S., nato in Ucraina ma residente in Italia, incensurato. Quest’ultimo, secondo una prima versione degli inquirenti, era arrivato in ospedale accompagnato in auto da alcuni amici dopo una serata ad alto tasso alcolico.
In passato, il 28enne avrebbe anche subìto anche un intervento chirurgico che gli provocherebbe vuoti di memoria di cui sembra soffra da tempo, ma che non sarebbero collegati allo stato di alterazione psicofisica in cui riversava quella notte. Ma le versioni rilasciate dalla vittima e dal presunto stupratore non combaciano.
Le versioni contrastanti
La 21enne riferisce che quella notte di lunedì si trovava su una barella in una camera di degenza, e di essere stata prima molestata verbalmente dal 28enne e poi palpeggiata e infine violentata. Mentre, il 28enne ha riferito che il rapporto sarebbe stato consensuale, dopo la richiesta di una sigaretta e uno scambio di battute tra i due. Ma nella realtà dei fatti, parrebbe che i due si trovassero in due luoghi diversi del pronto soccorso.
La vittima sarebbe in qualche modo riuscita a divincolarsi e a chiedere aiuto agli infermieri dell’ospedale, che a loro volta hanno immediatamente allertato il 112. I carabinieri di Melegnano sono arrivati poco dopo e hanno bloccato il presunto stupratore il quale è stato sottoposto a procedimento di fermo di indiziato di delitto con le accuse di violenza sessuale e lesioni personali. La 21enne è stata così trasportata sotto shock al centro antiviolenze della clinica Mangiagalli. Al termine degli esami del caso, è stata riaccompagnata nuovamente nell’ospedale di Vizzolo Predabissi, dove i medici l’hanno dimessa con una prognosi di 20 giorni. Ma contestualmente, la giovane sarebbe stata ricoverata nel reparto di Ginecologia, in attesa di un successivo trasferimento presso una struttura protetta.
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Il suicidio
Intorno alle 22.30 di martedì sera la 21enne si è buttata nel vuoto da una finestra del quarto piano del reparto di Ginecologia dell’ospedale dove era stata ricoverata. Nonostante i tempestivi soccorsi la giovane è deceduta sul colpo. Ora la Procura di Milano ha disposto l’autopsia sul cadavere della ragazza, anche se i primi accertamenti hanno escluso ipotesi alternative a quella del suicidio.
Nel frattempo, la pm Martina Parisi, ha inoltrato al gip la richiesta di convalida del fermo del 28enne, che al momento si trova recluso nel carcere di Lodi in attesa della decisione del giudice.