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Cronaca

Giallo Padre Fausto Tentorio, avvelenato il mandante del suo omicidio. “Insabbiamento delle indagini”

E’ stato avvelenato il principale sospettato dell’omicidio di Padre Fausto Tentorio avvenuto nelle Filippine nel 2011. Chi l’ha ammazzato ha voluto insabbiare le indagini sul caso

La speranza di avere giustizia diventa sempre più remota dopo l’assassinio del mandante di Padre Fausto Tentorio, freddato a colpi di pistola la mattina del 17 ottobre del 2011 nel sud delle Filippine. Il missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime), originario di Santa Maria Hoè, provincia di Lecco, è morto nella sua parrocchia di Arakan, provincia di Cotabato, isola di Davao.

Giallo Padre Fausto Tentorio, morto avvelenato il mandante del suo omicidio. Le supposizioni del nipote del religioso: “Insabbiamento delle indagini” (ansa) milano.cityrumoros.it

A distanza di 13 anni dall’omicidio, ora giunge la notizia della morte del principale sospettato, l’unico che nel caso di omicidio del missionario era stato arrestato. Perché è stato avvelenato? Molto probabilmente per non essere processato e non poter, così, parlare del delitto avvenuto nel 2011.

Il mandante messo a tacere

E’ stato ammazzato presumibilmente per farlo tacere per sempre. Il mandante dell’omicidio di Padre Fausto Tentorio, il 68enne Ricardo Boryo Dorado, detto “Nene Dorado” ex capo villaggio con un curriculum da killer di indigeni, proprio quelle stesse popolazioni che il missionario Lecchese difendeva dagli sfruttatori minerari e dai militari corrotti. 

Giallo Padre Fausto Tentorio, morto avvelenato il mandante del suo omicidio. Le supposizioni del nipote del religioso: “Insabbiamento delle indagini” (ansa) milano.cityrumoros.it

Ricardo Boryo Dorado era uno dei maggiori esponenti dei leader del movimento Ilaga, (gruppo di integralisti cristiani) ed era ritenuto il mandante del delitto, nel 2011, contro il missionario italiano. Andrea Tentorio, nipote del religioso brianzolo e presidente della onlus “Non dimentichiamo Padre Fausto”, fondata per sostenere i progetti di sviluppo avviati dallo zio, ha dichiarato in merito al decesso di Dorado, così come riporta il Giorno:

“Probabilmente lo hanno avvelenato la notte di Natale, approfittando dell’assenza di molte guardie. Lo hanno portato in ospedale, ma non c’è stato nulla da fare. Lo hanno subito sepolto, senza nemmeno l’autopsia. Si sospetta sia stato fatto fuori per impedire che testimoniasse contro le altre persone coinvolte nell’assassinio di mio zio”.

Chi sono gli altri indagati

Padre Fausto Tentorio, oltre al principale sospettato ora deceduto, compaiono altri sei indagati: i due esecutori materiali dell’omicidio, i fratelli Jimmy e Robert Ato..
Segue Jan Corbala, uno dei comandanti del 57esimo battaglione di stanza a Makilala nonché tra i boss del gruppo paramilitare “Bagani“. Con lui anche tre suoi soldati sottoposti, tutti regolari: Kaing Labi, Hoseph Basol ed Edgar Enoc. Il nipote del missionario, Andrea Tentorio, continua dicendo al quotidiano:

“Contro di loro ci sono mandati di arresto, ma non sono mai diventati esecutivi. Vedremo che succederà nei prossimi mesi”. La paura, che molto probabilmente è fondata, è che una volta fatto fuori il sospettato principale, il processo venga completamente insabbiato e la morte del religioso brianzolo resti uno dei tanti casi senza un colpevole. Un giallo che rimarrà tale per sempre.

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Chi era Nene Dorado

A dare notizia dell’arresto del principale sospettato per l’omicidio di Padre Tentorio è stata la Philippine Agency news. Il fermo di Ricardo Boryo Dorado “Nene Dorado” è avvenuto dopo 8 anni dall’assassino del religioso, il 30 aprile del 2019.

L’ordine di cattura, come riporta l’Avvenire, era stato eseguito sulla base di un mandato di arresto per omicidio emesso dal giudice Arvin Sadiri Balagot, presidente del tribunale del 12esimo ramo giudiziario della regione 17 nella città di Kidapawan.

Il 68enne era uno dei principali sospettati del delitto del missionario. Almeno altre 5 persone legate all’omicidio rimangono sospettate. Padre Tentorio è stato ucciso alle prime luci dell’alba del 17 ottobre 2011 in un’agguato avvenuto fuori dal suo convento parrocchiale. Subito dopo, il Governo provinciale aveva istituito una task force investigativa locale per indagare sull’omicidio. Ma il tempo è trascorso e a distanza di 13 anni dal raid, oggi l’unica speranza di poter trovare finalmente giustizia per la morte del religioso è sfumata per sempre.