E’ stata una fuga di gas dalla caldaia a portare una madre con i suoi tre figli in ospedale in codice rosso, intossicati dalla fuoriuscita del monossido di carbonio. Ecco come sono sopravvissuti alla tragedia
Poteva essere una tragedia ma per fortuna, la donna e i suoi tre figli sono stati salvati in extremis. Ieri pomeriggio, domenica 3 dicembre, la madre con i tre minori erano in casa quando inavvertitamente hanno inalato il monossido di carbonio fuoriuscito da una caldaia rotta.
A causa della fuga di gas sono stati gravemente intossicati. Il fatto è accaduto in un appartamento sito al primo piano di uno stabile da poco ristrutturata in via Pirandello a Sesto San Giovanni (provincia di Milano). L’allarme è scattato nel tardo pomeriggio di ieri. La donna con i figli sono stati messi in salvo grazie all’aiuto dei vigili del fuoco giunti sul posto.
Madre e 3 figli intossicati dal monossido di carbonio: la fuga di gas dalla caldaia
Salvati dai vigili del fuoco, tutti e quattro sono stati sottoposti a trattamento in camera iperbarica presso l’ospedale Niguarda di Milano. Al momento sono ricoverati ma fuori pericolo. La paura, però, è stata tanta per una madre e i suoi tre figli che ieri sono stati intossicati dall’esalazioni del monossido di carbonio fuoriuscito da una caldaia guasta in casa.
Arrivata immediatamente la squadra dei vigili del fuoco, ieri in via Pirandello a Sesto San Giovanni è giunto anche il personale dell’Ats, che ha sequestrato l’impianto di riscaldamento. Secondo quanto hanno riferito i vigili del fuoco, la fuga di gas è stata causata sicuramente dal malfunzionamento della caldaia dell’appartamento. Com’è noto, l’accumulo di monossido di carbonio in spazi totalmente o parzialmente chiusi può provocare la morte per avvelenamento di persone e animali presenti.
Solo qualche giorno fa, 27 novembre scorso, era capitato un’altra vicenda del genere a San Donato Milanese quando ben quattro persone, due donne e due bambini, sono rimasti intossicati per aver inalato inavvertitamente monossido di carbonio. Anche in quel caso, il sospetto dei vigili del fuoco è che a causare la fuoriuscita del gas sia stato un problema allo scarico della canna fumaria.
Monossido di carbonio: come si sprigiona e i primi sintomi da avvelenamento
Il monossido di carbonio (CO) è un gas molto tossico per l’organismo umano, essendo inodore, incolore, insapore e non irritante è praticamente impercettibile ed è per tale ragione che, spesso, non ci si rende conto dell’esalazioni. Spesso le vittime sono colpite nel sonno, durante la notte, quando è impossibile rendersi conto di quello che sta avvenendo. I casi più frequenti in cui si può sprigionare il monossido di carbonio sono:
- impianti di riscaldamento difettosi;
- installati in maniera scorretta;
- utilizzo di dispositivi impropri per riscaldare, come ad esempio bracieri;
- stufe e camini mal funzionanti;
- processi di combustione che avvengono in ambienti poveri di ossigeno.
Bisogna prestare attenzione in modo particolare alle caldaie murali e scaldabagno a fiamma libera, stufe a gas e a legna, caminetti e cucine. Mentre, i primi sintomi di una intossicazione in atto da conoscere sono mal di testa, percezione visiva sfocata, palpitazioni, stanchezza, stato confusionale, nausea e vomito. Se si è in presenza di una probabile intossicazione da monossido di carbonio bisogna intervenire subito aprendo le finestre e facendo entrare area pulita. Successivamente spegnere l’impianto da cui si sospetta l’origine dell’esalazione. Non accendere fiamme e cosa importantissima chiamare immediatamente i vigili del fuoco.