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Cronaca

Dalla Puglia a Milano per rubare auto. Sgomitata la banda di ladri trasfertisti: 10 arresti

Fermata la banda di ladri trasfertisti che da Cerignola arrivava a Milano per rubare auto. Il modus operandi consolidato: foto per ricordarsi parcheggi e strade, App per riconoscere le schede tecniche dei veicoli. In manette 10 persone

La base da dove tutto partiva era l’officina “Padre Pio” a Cerignola, Puglia. Il titolare è il 28enne foggiano Michele Giardinelli, un pregiudicato a capo della banda di ladri trasfertisti che dal sud arrivava nel capoluogo lombardo per rubare le automobili. Il modus operandi usato dai criminali era sempre lo stesso, oculato e programmato nei minimi dettagli. E ha funzionato fino a sabato scorso quando la banda è stata fermata dai carabinieri della compagnia di Corsico.

La banda di ladri trasfertisti. Così agivano dalla Puglia a Milano. Milano.cityrumors.it

In manette sono finite 10 persone, tutti italiani dai 21 ai 58 anni. Tutti appartenenti alla stessa organizzazione criminale pugliese. Tutti accusati dei reati di associazione a delinquere finalizzata a furto, ricettazione e riciclaggio di auto. Dall’attività investigativa i militari dell’Arma hanno ricostruito l’intera dinamica dei furti.

Il modus operandi

La banda di ladri trasfertisti agiva in notturna una volta arrivata a Milano dalla Puglia. Sopralluoghi nelle vie della città, foto con il cellulare per ricordarsi dove erano parcheggiate le auto ritenute degne di essere rubate. Speciali applicazioni per conoscere le schede tecniche delle macchine da rubare.

Banda di ladri trasfertisti. Così agivano dalla Puglia a Milano MilanoCityRumors.it)

Poi il lavoro vero e proprio iniziava e le auto, 46 in totale quelle rubate, erano ciò che a Michele Giardinelli, 28enne foggiano boss dell’organizzazione criminale e ai suoi complici dava da mangiare. Almeno fino a tre giorni fa quando la banda di trasfertisti pugliesi è stata sgomitata dai carabinieri della compagnia di Corsico.

L’attività investigativa dei militari, guidati dal capitano Fabrizio Rosati, ha ricostruito un modus operandi analitico. Il capo della banda, Giardinelli, arrivava nella città meneghina accompagnato da un “socio”. I due alloggiavano in una camera d’albergo, il Dream’s Hotel, scelto appositamente perché non prevedeva registrazioni al check-in ed evitava così che scattasse l’alert alloggiati per chi ha precedenti. Una volta sistemati, si partiva con l’azione.

Giardinelli e soci

Michele Giardinelli sceglieva a rotazione uno dei complici che l’avrebbero accompagnato in trasferta a Milano. Dario Sforza, Pietro Virgillito e Claudio Giovine si alternavano. In due  partivano con una macchina “ripulita” da un box in via Neera, allo Stadera. Nel box oltre alla macchina veniva custodita anche l’attrezzatura che serviva per rubare le auto.  Iniziavano i sopralluoghi, venivano individuate le macchine da rubare. Poi con la clonazione delle chiavi wireless che veniva eseguita attraverso delle App capaci di copiare i codici d’apertura delle vetture, il furto era fatto.

Le macchine venivano portate a Figino, periferia ovest di Milano. Qui i ladri toglievano dalle auto il Gps in modo da non essere più rintracciate. Successivamente le auto venivano lasciate in attesa dei “staffettisti”, ovvero coloro che avevano l’incarico di guidare le auto rubate dalla Lombardia fino a Cerignola attraverso un compenso di 700 euro a tratta. Ogni staffettista attendeva 24 ore prima di agire. Questa era la regola.

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L’arresto

Della banda di ladri, tutti residenti tra Milano, Lecco e Foggia, facevano parte: Marco Ruscillo, Roberto Giovine, Gianluca Gervasio, Fabio Trapella, Antonio Lopez e Mauro Bellissima che su turnazione, si rendevano complici del capo boss Michele Giardinelli. Le indagini dei Carabinieri partono dopo la segnalazione di un furto avvenuto a Settimo Milanese lo scorso 18 luglio.

Secondo l’attività d’indagine dei militari portata avanti tra intercettazioni, analisi delle telecamere di videosorveglianza e pedinamenti, i colpi messi a segno dal gruppo di criminali in poco più di un mese sono stati 63 (dal 27 agosto al 6 ottobre). Il 27 agosto  alle prime luci dell’alba Giardinelli e i suoi due complici, Sforza e Claudio Giovine sono stati arrestati proprio mentre rientravano nel box in via Neera ma successivamente scarcerati.

Sabato, finalmente la banda di ladri trasfertisti è stata fermata definitivamente. In carcere sono finiti nove persone, solo per Roberto Giovine sono stati disposti i domiciliari. Per il gip Lorenza Paquinelli il pericolo, “attuale e concreto è di reiterazione del reato perché per il team di professionisti l’attività costituisce un lavoro e pressoché l’unica fonte di reddito”.