Cpr di Milano, dubbi sul nuovo gestore: “Da loro 4 morti in 2 anni”

Spuntano proteste dalla rete “Mai più Lager – No Cpr” da quando a Milano il Centro per rimpatri di via Corelli è stato affidato ad una nuova società sul quale aleggiano “ombre” sul gestore

Il Cpr – centro per i rimpatri – di via Corelli a Milano è di nuovo al centro delle polemiche da parte degli attivisti della rete “Mai più Lager – No Cpr”, che denunciano, ormai da tempo, la situazione del centro e si battono per la chiusura della struttura. Tra le proteste anche i dubbi sulla nuova onlus della provincia di Padova che ha vinto il bando e “la morte di quattro trattenuti in due anni” sotto la sua gestione.

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Cpr di via Corelli a Milano, le proteste degli attivisti sui dubbi della nuova gestione (ANSA) milano.cityrumors.it

I decessi sarebbero avvenuti sotto la gestione del Cpr di Gradisca d’Isonzo, in Friuli Venezia Giulia fra 2020 e 2022. Si tratta delle morti di Vakhtang Enukidze, georgiano di 37 anni, deceduto il 18 gennaio 2020; Orgest Turia, albanese di 28 anni, morto il 14 luglio 2020; Anani Ezzeddine, tunisino di 44 anni, morto il 6 dicembre 2021; Arshad Jahangir, pakistano di 28 anni, suicidatosi il 31 agosto 2022.

La denuncia sulla nuova gestione del Cpr di via Corelli

La nuova cooperativa padovana – Ekene cooperativa sociale onlus, attiva nell’assistenza sociale e nella gestione di centri per migranti e richiedenti asili, si è aggiudicata la gara della Prefettura di Milano da 7,7 milioni di euro per 36 mesi offrendo 3 milioni e 85mila euro per la gestione di 48 posti letto per 2 anni nel Cpr di via Corelli.

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Cpr di via Corelli a Milano, le proteste degli attivisti sui dubbi della nuova gestione (ANSA) milano.cityrumors.it

Come riporta anche MilanoToday, nella denuncia della rete sulla nuova gestione del Cpr di Milano si legge: “Si apre un capitolo, per via Corelli, che ha tutte le premesse per presentarsi come tra i più oscuri della sua storia già piena di sangue e sofferenze e pesantissime responsabilità ai più vari livelli, a cominciare dai più alti”.

“Tanto più, visto l’esito tragico degli otto mesi di commissariamento sotto il controllo della Procura, che avrebbe dovuto essere il periodo più roseo del centro e che invece ha visto pestaggi violenti da parte delle forze dell’ordine a danno di ragazzini, deportazioni violente e con l’inganno, repressioni feroci a fronte di rivendicazione di diritti minimi, l’autolesionismo fatto ad ordinarietà come mezzo di richiesta di attenzione e cura, trasferimenti punitivi, persone fragili ammanettate, agenti armati nei moduli abitativi, e come sempre sedazioni a gogò e persone inidonee al trattenimento sequestrate, anche in isolamento, senza pietà”.

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Le ragioni degli attivisti

Nella denuncia ecco le ragioni degli attivisti al nuovo gestore: “Una ragione in più, davanti alla prospettiva di un gestore già così tristemente ‘noto’, per concludere ancora una volta che questi luoghi sono concepiti per essere torturanti e senza legge, appositamente e consapevolmente affidati alle mani di torturatori professionisti. Una ragione in più, quindi, per chiederne la definitiva chiusura in Italia e scongiurarne l’apertura di simili, e ancor meno monitorabili, all’estero”.

Sul caso controverso del Cpr di via Corelli è intervenuto anche il capogruppo del Pd in Consiglio regionale e responsabile nazionale immigrazione Pierfrancesco Majorino, il quale ha riferito, sempre come riportato da MilanoToday: “Il Cpr di via Corelli andrebbe chiuso e la struttura, come peraltro affermato in più occasioni dalla maggioranza dei consiglieri comunali milanesi, andrebbe convertita per dare una sistemazione a senzatetto italiani e stranieri. Oggi si continua a sbagliare: viene individuato un nuovo ente, che peraltro viene da un’esperienza molto complicata e di certo ricca di ombre nella gestione del Cpr di Gradisca d’Isonzo”.

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