Più di 90mila persone avrebbero preso parte al corteo del 25 aprile a Milano in un clima comunque non facile. In testa al drappello l’Anpi con il sindaco Sala, qualche tensione tra pro-palestinesi e Brigata Ebraica in una città blindata e condizionata da qualche modifica ai trasporti in un massiccio cordone di sicurezza.
Memoria e impegno civile per l’ottantesimo Anniversari della Liberazione. Ma anche qualche discussione e tensione tra le molte anime di un corteo che ha superato anche le previsioni degli organizzatori.
Nel consueto ‘balletto’ dei numeri la questura parla di circa 60mila presenze, mentre gli organizzatori parlano di un corteo che avrebbe raccolto ben oltre i 90mila partecipanti.
Il corteo è partito puntuale alle 14.30 da corso Venezia, aperto come da tradizione dal presidente dell’Anpi di Milano Primo Minelli e dal sindaco Beppe Sala. Il tutto però è stato concordato prima che la folla cominciasse a muoversi. Perché gli attivisti pro Palestina avevano chiesto con insistenza di essere i primi, davanti a tutti.
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Ma di fronte al secco rifiuto degli organizzatori e al parere contrario di Questura e Prefettura che avevano chiesto di non cambiare la struttura del corteo, i Pro Pal hanno fatto marcia indietro e si sono inseriti subito alle spalle della testa del serpente di folla.
La manifestazione ha toccato i punti nevralgici del centro — da piazza San Babila a piazza della Scala — fino all’arrivo in piazza Duomo, dove si sono tenuti gli interventi ufficiali dal palco.
Andando nel dettaglio di questo episodio che ha tenuto banco fin dalla mattina.
Già dalle 11.30 i giovani pro-palestinesi si erano radunati in via Palestro, con l’intenzione di tenere la testa del corteo. A Roma per questo stesso motivo in mattinata c’erano stati anche degli scontri. Ma a Milano ha prevalso il buon senso.
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Da qui è iniziata una lunga trattativa con l’Anpi e la mediazione delle forze dell’ordine, è stato trovato un compromesso: l’Anpi avrebbe mantenuto l’apertura della manifestazione, con il blocco pro-palestinese subito dopo.
A preoccupare però è stato l’atteggiamento dei manifestanti pro Pal che mentre il corteo si muoveva in tono anche abbastanza silenzioso, hanno iniziato a scandire slogan come “Israele criminale” e “Palestina libera”. Alcuni momenti di tensione si sono registrati con i rappresentanti della Brigata Ebraica, protetto da un doppio cordone di City Angels e polizia locale. Fischi, insulti e cartelli provocatori hanno accompagnato il loro passaggio fino a piazza Duomo.
Il timore di incidenti ha portato le autorità a predisporre un’imponente macchina della sicurezza un po’ ovunque: oltre alla “zona rossa” in piazza Duomo, sono stati mobilitati micro-dispositivi di controllo e migliaia di agenti.
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Per garantire l’ordine pubblico, ATM ha chiuso le stazioni Duomo, Cordusio, San Babila e Palestro già dalla mattinata deviando diverse linee di superficie, tra cui le linee 1, 9, 85 e 94 con conseguenze ovviamente serie per chi senza nulla a che fare con la manifestazione aveva bisogno dei mezzi pubblici.
Dopo l’arrivo del corteo in piazza Duomo, sono iniziati gli interventi istituzionali. Il sindaco Beppe Sala ha ribadito che “i valori della democrazia sono sotto attacco” e ha richiamato la necessità di difendere l’Europa dai rischi sovranisti: “Il 25 aprile è di tutti quelli che difendono la nostra democrazia”.
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Dal palco, il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo ha ricordato l’importanza di non dimenticare le radici antifasciste del Paese: “Abbiamo una memoria formidabile e non dimentichiamo niente, nemmeno la Shoah”.
Momento particolarmente toccante l’intervento della partigiana Sandra Gilardelli, 99 anni: “Non vorrei mai più sentire la parola fascismo. Se la sento, tremo ancora”, ha detto ricevendo forse l’applauso più accorato e caloroso del pomeriggio.
La giornata non è stata comunque priva di contestazioni e di tensioni. Durante gli interventi dal palco, alcuni gruppi di manifestanti pro-palestinesi hanno continuato a fischiare e gridare slogan di dissenso cui gran parte degli altri manifestanti hanno risposto a loro volta con fischi e contestazioni.
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Contestato anche il segretario della Cgil Maurizio Landini, che ha comunque ribadito: “Il 25 aprile è una giornata che unisce il Paese grazie agli antifascisti”.
Presente nel corteo anche la segretaria del PD Elly Schlein, che non ha parlato di politica: “Sono qui soo per ricordare chi oggi ci ha dato la possibilità di parlare di libertà e democrazia, sacrificando anche la propria vita”.
Tra i manifestanti, volti noti come quello del rapper Ghali che ha sfilato con il blocco pro-palestinese.
Nonostante le tensioni, il bilancio finale è stato positivo: “È stata una manifestazione unitaria, partecipata, pacifica e antifascista” ha dichiarato il presidente dell’Anpi di Milano Primo Minelli.
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Anche dalla Brigata Ebraica, nonostante le contestazioni, è arrivato un messaggio distensivo: “Abbiamo cantato con gioia canti partigiani, celebrando i liberatori con felice sguaiatezza”, ha commentato Davide Romano, direttore del Museo della Brigata Ebraica.
Un 25 aprile che, ancora una volta, ha dimostrato come la memoria della Liberazione resti un terreno di impegno civile, acceso e più che mai attuale. I tanto temuti scontri non ci sono stati. Alle 18 è iniziato il concerto celebrativo alla Scala e intorno alle 20 piazza Duomo si è svuotata senza conseguenze né scontri segnalati a Napoli, Bergamo e Roma.