Prima di accasciarsi a terra Concetta Russo ha avuto timore quando il nipote Gaetano ha tirato fuori la pistola. Le ultime parole di avvertimento all’uomo che l’ha uccisa non sono servite
Gaetano Santaniello, nipote di Concetta Russo, ora in carcere a Poggioreale, dovrà rispondere dell’omicidio colposo della zia 55enne avvenuto la notte di Capodanno ad Afragola, provincia di Napoli. Dopo l’atroce dramma che ha sconvolto la famiglia della vittima, per tutti “Cinzia”, parla il figlio di Concetta nonché cugino del 46enne che “per sbaglio” ha colpito la donna con un proiettile calibro 9 procurandone la morte.
Il figlio della vittima, come riporta anche Il Giorno, ha raccontato agli inquirenti disperato: “È partito un colpo e ho visto mia madre cadere per terra, era seduta all’altra estremità del tavolo rispetto a dove si trovava Gaetano. Si è accasciata, ho cercato di soccorrerla”.
L’avvertimento di Concetta al nipote
Le ultime parole Concetta Russo le ha rivolte proprio al nipote poco prima che quest’ultimo sparasse il colpo fatale verso la donna: “Gaetano, ma che stai facendo?”. La 55enne ha cercato di rimproverare il nipote 46enne che, appena qualche minuto dopo lo scoccare della mezzanotte, aveva tirato fuori una pistola, da mostrare ai parenti riuniti in quella casa per i festeggiamenti di fine anno.
Concetta istintivamente ha avvertito il pericolo di avere in casa una pistola. Ma il 46enne Gaetano Santaniello alla zia ha risposto: “È scarica, vedi? E’ qua il caricatore”. Ma nella pistola, una beretta semiautomatica modello 84F, calibro 9 corto, un colpo in canna c’era ed è quello che pochi minuti più tardi avrebbe raggiunto la testa di Concetta non lasciandole scampo.
Ad avvisare per prima il 118, quella notte del 31 dicembre, è stata la moglie del 46enne Gaetano Santaniello, nato a Milano e residente a Pantigliate, in via Oberdan. La donna ha poi allertato anche il marito di Concetta, che poco prima della tragedia era in bagno e non si era reso conto dello sparo. D’altronde quella sera di Capodanno, ad Afragola, il frastuono era continuo di botti e fuochi d’artificio a inaugurare l’anno nuovo.
Il racconto del figlio della vittima
E’ stato a lungo sentito dai carabinieri di Casoria, Napoli, il figlio di Concetta Russo il quale ha raccontato la sua versione dei fatti. Secondo la ricostruzione del ragazzo, il cugino Gaetano Santaniello dopo aver preso la pistola da un mobile in camera era entrato in cucina con l’arma in mano con l’obiettivo di mostrarla ai parenti presenti nell’abitazione.
Alla vista della pistola sia la moglie del 46enne che la zia, vittima dello sparo, lo hanno rimproverato, dicendogli di metterla via. Il figlio di Concetta racconta ai militari: “È partito un colpo e ho visto mia madre cadere per terra…Si è accasciata, ho cercato di soccorrerla”. In casa con lui era presente anche suo fratello, il padre, uno zio, suo cugino con la moglie e i due figli di 10 anni e due amici del “killer”, anche loro residenti a Milano e Pantigliate.
Ad allertare i soccorsi la moglie del 46enne e il marito della vittima. Ma, riferisce il figlio di Concetta, quei soccorsi sono arrivati dopo 40 minuti perché gli operatori erano impegnati in diversi interventi di Capodanno. Dopo aver raccontato i fatti, il giovane ha lasciato la stanza della caserma e si è diretto verso il cugino e gli altri familiari che, nel frattempo, stavano aspettando nella sala d’attesa. Ha abbracciato il cugino come a fargli intendere di aver detto tutto.
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La versione di Gaetano Santaniello
Dopo il cugino, anche Gaetano Santaniello ha raccontato la sua versione dei fatti, molto simile a quella riportata dal cugino e da sua moglie, entrambi testimoni oculari. Ma nel racconto un particolare è stato omesso da Santaniello, ovvero la sparizione, dopo l’utilizzo, della pistola. Poi ritrovata secondo le sue indicazioni vicino il cimitero di Afragola in un sacchetto all’interno del quale erano conservate anche delle bustine contenenti 6 grammi di cocaina.
L’indagato ha dichiarato, come riporta il Giorno: “Non volevo usare la pistola, mi hanno convinto mio zio e mio cugino a tirarla fuori. L’ho comprata per sparare a fine anno, non so se era a salve o a proiettili, non la volevo usare, ma hanno insistito loro. Non l’ho fatto apposta, è partito da solo il colpo, lo sanno tutti che non ho fatto di proposito”.
Santaniello è ritenuto responsabile di porto d’armi e ricettazione. Dalle indagini è emerso che la pistola era stata rubata a un cittadino cinese che, solo due settimane prima ne aveva denunciato il furto nel Varesotto.