Cologno Monzese, il monopolio dello spaccio di droga ispirato a “Gomorra”

Una vera e propria supremazia del potere a Cologno Monzese per lo spaccio di droga difeso a colpi di fucile. Come nel film “Gomorra”: la violenza non guarda in faccia nessuno

Non era e non è consentita la concorrenza sullo spaccio di droga a Cologno Monzese: qui, come nel film Gomorra, il monopolio dello spaccio si mantiene a fucilate e chi si mette di traverso fa una brutta fine. Come è accaduto la sera del 23 ottobre scorso ai margini di via Pisa, periferia di Sesto San Giovanni con un morto e tre feriti.

cologno monzese
Cologno Monzese, il monopolio della droga si mantiene a colpi di fucile, in perfetto stile “Gomorra” – ANSA – milano.cityrumors.it

Ma prima di quel giorno c’è un antefatto risalente a qualche ora prima dell’agguato, ovvero un tentativo di sequestro di persona e il furto di uno smartphone. Quest’ultimo ritenuto molto prezioso per il suo contenuto: contatti utilissimi a gestire una piazza di spaccio. Questo è quanto emerge dall’inchiesta in corso sul delitto del 27enne Youssef Saadani, il marocchino ucciso a colpi di fucile, e sul tentato omicidio di altre tre persone, anch’esse straniere.

Il monopolio dello spaccio di droga a Cologno Monzese

L’indagine seguita dai carabinieri di Sesto San Giovanni proprio ieri, giovedì 30 novembre, ha portato a un secondo arresto a Milano. In manette è finito un 32enne ora rinchiuso nel carcere milanese di San Vittore. Ma per il 32enne Hamza Haddaji, non è la sua prima volta, lo scorso 24 ottobre era stato catturato a Pero, comune nel quale risultava affidato in prova ai servizi sociali.

Cologno Monzese
Cologno Monzese, il monopolio della droga si mantiene a colpi di fucile, in perfetto stile “Gomorra” – ANSA – milano.cityrumors.it

Insieme al 24enne risulta indagata anche un’altra persona che al momento risulta irreperibile. Ma partiamo dal principio quando la notte del 23 ottobre alla caserma dei carabinieri di Sesto arriva una chiamata. Sono le 20.18. All’arrivo sul posto il 27enne Youssef Saadani era già deceduto, ammazzato da un colpo di fucile alla gola. A terra i militari trovano le cartucce e i bossoli appartenenti a una Remington calibro 223, un coltello e diverse tracce ematiche. Restano ferite anche altre tre persone: un marocchino e due libici. Uno dei tre ha il polso frantumato da un proiettile, gli altri, sono stati aggrediti a colpi di mazza.

Dalla testimonianza raccolta dai tre, gli uomini dell’Arma ricostruiscono la dinamica dei fatti e il possibile movente. Il giorno prima, 22 ottobre, vicino la farmacia di via Trento, a Cologno Monzese, il coinquilino di uno dei tre feriti racconta di aver subito un pestaggio. Quest’ultimo, a sua volta, racconta di 7 uomini magrebini che lo avrebbero malmenato, cercando poi di caricarlo a forza in macchina, senza riuscirci ma, soprattutto, di avergli rubato il cellulare contenete tutti i contatti dei clienti dello spaccio.

L’agguato in stile “Gomorra”

Nel racconto ai carabinieri è lo stesso ragazzo pestato ad ammettere di aver iniziato a spacciare hashish nella zona di Cologno dopo aver perso il lavoro. Ma lo spacciatore avrebbe iniziato ad espandere il suo giro di affari iniziando a vendere anche cocaina (cosa che ha fatto infuriare gli aggressori). Ma, secondo un’altra ipotesi ancora al vaglio degli inquirenti, il pusher avrebbe acquistato a credito 50 grammi di coca, senza mai pagare la merce.

Ma lo stesso giorno in cui ad A.E.H. tentano di rubargli il cellulare, lui riesce a contattare uno degli aggressori con cui fissa un incontro per il giorno successivo, ovvero il 23 ottobre, prospettandogli un chiarimento e la restituzione del telefono. All’incontro si presentano in sei, tra questi c’è anche il marocchino Saadani. Appena giunti sul luogo indicato però intuiscono che qualcosa non va. Quel posto è troppo isolato e immediatamente capiscono che non è un appuntamento per “risolvere” la questione.

Non fanno in tempo ad andare via che scatta l’agguato. Davanti ai sei si palesano una decina di persone muniti di mazze, un fucile e diverse machete. Parte la violenza in stile “Gomorra”. Successivamente, quando tutto appare terminato (nel peggiore dei modi) il coinquilino di A.E.H. riceve da un cugino la foto di uno dei possibili aggressori. Si tratta di Hamza Haddaji. Spunta fuori che lo stesso Haddaji, dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti della zona, avrebbe annunciato a un cugino dei tre feriti la spedizione punitiva. A conferma, dopo le aggressioni, giunge anche una telefonata che rivendica l’agguato e che avvisa la famiglia del marocchino deceduto di “portarlo al cimitero”.

Impostazioni privacy