Due condanne pesanti per i responsabili di quel cavo d’acciaio teso in mezzo alla strada a Milano. Ecco cosa ha deciso il giudice
Si sono pentiti del gesto compiuto poco prima che Sonia Mancini, il gup che li ha giudicati, si ritirasse in camera di consiglio ma, nonostante le scuse, le condanne sono arrivate senza pietà. Per Alex Baiocco, fermato lo scorso gennaio, la condanna è di 3 anni di reclusione nel processo con rito abbreviato mentre Michele Rosa ha patteggiato due anni e mezzo. Per il terzo colpevole, minorenne, deciderà la Procura per i minori di Milano.
Tutto è successo nella notte tra il 3 e il 4 gennaio quando, in viale Toscana, tre ragazzi hanno creato quella che sarebbe potuta diventare una vera e propria trappola mortale. Verso le 2.30 di notte hanno teso in mezzo alla strada un cavo d’acciaio, all’altezza di circa 1,40 metri da terra. Un’auto ha colpito il cavo ma, fortunatamente, l’impatto non ha causato alcuna conseguenza per chi vi era a bordo. Ad avvisare i Carabinieri alcuni passanti che, chiamate le autorità, hanno concesso loro di iniziare subito a cercare i colpevoli. Ecco quindi l’iter delle accuse e quali sono le condanne.
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Subito dopo l’arrivo dei Carabinieri sul luogo del misfatto, la sera stessa, gli agenti hanno individuato e fermato Alex Baiocco, accusato di strage e attentato alla sicurezza dei trasporti. Ragazzo di 24 anni residente in zona, ha subito dato la colpa di quel gesto alla noia, descrivendo il reato come “un gioco” ed “una bravata”.
Pochi giorni dopo, il 6 gennaio, si è invece costituto alle autorità anche il secondo responsabile, Michele Di Rosa. Nel giro di poco, quindi, le autorità hanno individuato anche il terzo responsabile: essendo minorenne non si conoscono le sue generalità e, dopo un ricovero in psichiatria all’ospedale Niguarda, la sua sorte è stata affidata alla Procura per i minori di Milano.
Per Alex Baiocco, il primo che è stato preso dai Carabinieri, il processo con rito abbreviato che quindi consente un terzo della pena ha sentenziato tre anni di reclusione. Per Michele Di Rosa, invece, la pena è di due anni e mezzo. I legali dei due ragazzi stanno però agendo in modi diversi.
Quelli di Baiocco, che si trova in carcere da gennaio, hanno già chiesto gli arresti domiciliari mentre quelli di De Rosa, che è già ai domiciliari, hanno proposto la revoca della misura cautelare. “Ha preso coscienza di quello che ha commesso e, grazie anche ai servizi sociali di Cologno Monzese, sta seguendo un percorso di risocializzazione” ha detto il suo avvocato, aggiungendo che Di Rosa ha anche trovato un lavoro come pasticcere.