Sul caso di Ilaria Salis, detenuta da quasi un anno nel carcere di Budapest, in Ungheria, si mobilita anche la città di Monza. Prevista per lunedì sera una fiaccolata. Le parole del sindaco Pilotto sulla 39enne
Anche il Consiglio comunale di Monza si muove sul caso Ilaria Salis. La donna di 39 anni detenuta in catene da quasi un anno nel carcere di Budapest, si definisce non un’anarchica ma un’antifascista, è originaria della città, dove è nata, cresciuta e si è diplomata.
Ora la sua città, Monza, si mobilita per lei. In programma per il prossimo lunedì, 5 febbraio 2024, una fiaccolata per Salis che, come tiene a sottolineare il primo cittadino di Monza, non porterà ne bandiere ne simboli politici. Nel frattempo ieri Roberto Salis, padre della detenuta, ha incontrato il presidente del Senato Ignazio La Russa.
Il Consiglio comunale di Monza
Mentre il presidente del Senato La Russa nell’incontro con il padre di Ilaria Salis si è detto molto favorevole alla concessione dei domiciliari in Italia e Roberto Salis che ha chiesto di abbassare i toni della polemica politica, nella seduta del Consiglio comunale di Monza si è discusso del caso della 39enne.
A sollevare la questione su Ilaria Salis era stato Lorenzo Gentile, (Pd) che ha riassunto la situazione della donna leggendo alcuni passaggi della lettera scritta dalla stessa Salis ai suoi avvocati in cui denuncia le condizioni disumane a cui è sottoposta, da vittima, da ormai quasi un anno in Ungheria.
La richiesta al Consiglio comunale di Monza avanzata nella mozione protocollata giovedì è di fare maggiore pressing presso il Governo italiano e conseguentemente su quello ungherese per ottenere un trasferimento in Italia della 39enne, in modo da essere processata in videoconferenza nel nostro Paese, in regime di arresti domiciliari.
La fiaccolata apolitica
Per le ragioni avanzate in Consiglio comunale e per il fatto che ad oggi, in città, non è stata dedicato un momento alla questione Salis, Lorenzo Gentile promuove, come consigliere comunale ma anche a nome della maggioranza, una fiaccolata per lunedì prossimo che “si concluderà all’Arengario alle 18.30”.
La fiaccolata, precisa il consigliere Pd, sarà: “apolitica, senza simboli e bandiere di partito, dove ognuno partecipa come cittadino e membro dell’istituzione con l’obiettivo di protestare contro le condizioni disumane in cui è detenuta Ilaria e per chiedere al nostro Governo di intervenire per risolvere il prima possibile questa situazione”.
Ma della decisione della fiaccolata promossa da Gentile, nella minoranza la questione è aperta con Alessandro Corbetta, capogruppo in Regione della Lega, che, come riporta il Giorno, ha replicato: “Serve cautela, non è una martire. Ogni Paese UE ha le sue leggi, aspettiamo che la giustizia faccia il proprio corso. È vero che fino a prova contraria si è tutti innocenti, altrettanto vero è che Ilaria Salis ha procedimenti penali in corso in Ungheria per aver aggredito pesantemente, insieme ad altri coimputati tedeschi di estrema sinistra, alcuni militanti e persone ritenute di estrema destra. Quello che può fare il Governo italiano è vigilare affinché il processo sia equo e giusto, auspicando che l’imputata possa dimostrate la propria innocenza, nel rispetto dell’indipendenza della magistratura ungherese”.
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La cautela del Sindaco
Il primo a raccomandare cautela sul caso Salis è proprio il sindaco di Monza Paolo Pilotto che definisce la 39enne come una ragazza “mite, schiva e intelligente”. Il primo cittadino spiega: “Bisogna comunque ricordare che al di là degli ultimi fatti accertati, Ilaria Salis è collegata ai centri sociali e proprio nella sua città di origine nel 2017 ha partecipato a un corteo di centri sociali e anarchici poi sfociato nell’aggressione di alcune ragazze della Lega e alla distruzione del loro gazebo in piazza”.
Il sindaco Pilotto, che è stato anche uno dei professori di Ilaria Salis allo Zucchi, ha ribadito i continui contatti che ha con la famiglia di Ilaria.