Sciopero generale 3 ottobre a Milano: metro e mezzi a rischio blackout totale dalle 8:45 alle 18:00. La rabbia dei sindacati: “Blocchiamo tutto contro il genocidio a Gaza!”
La metropoli si prepara al collasso dei trasporti: venerdì 3 ottobre, la città rischia la paralisi totale. Lo sciopero generale indetto dai sindacati di base non è solo una vertenza lavorativa, ma un atto di accusa politico e geopolitico in solidarietà con la Palestina. Linee della metropolitana e mezzi pubblici saranno sospesi o deviati, con la concomitanza dei cortei che moltiplicherà il caos.
L’ATM ha diramato la nota che mette in allerta tutti i pendolari: il servizio di metro, bus e tram sarà a rischio in due fasce critiche. La paralisi è prevista tra le 8:45 e le 15:00 e, di nuovo, dopo le 18:00.
A complicare la situazione non è solo la serrata dei lavoratori, ma anche l’onda d’urto delle manifestazioni annunciate, che costringeranno l’azienda a deviare o sospendere decine di linee di superficie. Il centro e le aree nevralgiche saranno inaccessibili. Basti pensare che linee cruciali come il Tram 9 e il Filobus 90/91 vedranno il servizio spezzato o interrotto, in una strategia che mira esplicitamente a “bloccare” l’economia cittadina.
La motivazione alla base dello sciopero è un ultimatum che trascende le ragioni sindacali classiche. Si Cobas, che aveva indetto la protesta in continuità con i precedenti scioperi, e l’USB, che si è unito con forza, puntano il dito contro la “grave situazione umanitaria a Gaza” e chiedono la “fine del genocidio”.
L’aggressione alla Global Sumud Flotilla da parte dell’esercito israeliano è stata la miccia finale. L’USB ha lanciato una dichiarazione di guerra al sistema: “Ora è il momento di bloccare tutto,” scrivendo: “Chiamiamo ogni lavoratore e lavoratrice… a mobilitarsi da subito, in ogni città, in ogni luogo di lavoro, nelle strade e nei porti.”
I sindacati non si limitano alla protesta di piazza, ma chiedono azioni immediate e drastiche al Governo italiano, accusato di “complicità” con il regime sionista: “È necessario mobilitarsi… in segno di protesta contro il crimine di guerra commesso da Israele e contro la complicità dei governi occidentali, Italia compresa, che continuano a fornire armi e sostegno politico al regime sionista.”
L’ultimatum è chiaro: “L’Italia deve interrompere ogni collaborazione militare ed economica con lo Stato di Israele, chiudere i porti alle navi che commerciano con esso, sospendere gli accordi industriali e fermare l’economia di guerra.”
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La posta in gioco, secondo i sindacati, è la “libertà, la pace, la dignità dei popoli” e l‘obiettivo è perentorio: “Dire basta al genocidio in Palestina e pretendere la fine immediata dell’assedio, dell’occupazione… Noi stiamo con la Flotilla, con Gaza, con il popolo palestinese. Blocchiamo tutto. Il 3 ottobre sarà sciopero generale.“