Anna Bellisaro, morta dopo aver mangiato un Tiramisù “vegano”. Cosa c’era nel dolce

La morte della 20enne Anna Bellisaro poteva essere evitata. La giovane è morta per incuria dopo aver mangiato un tiramisù contaminato. Gip di Milano dispone l’interdizione dall’attività imprenditoriale ai due responsabili, indagati anche per omicidio colposo

All’interno del tiramisù vegano mangiato lo scorso anno dalla 20enne Anna Bellisario, c’era del mascarpone. La ragazza allergica ai latticini è morta per shock anafilattico dieci giorni dopo aver consumato il dolce in un locale di Milano.

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Anna Bellisario, la 20enne morta dopo aver mangiato un tiramisù vegano contaminato. Interdetti dall’attività imprenditoriale 2 persone, anche indagate per omicidio colposo (ansa) milano.cityrumors.it

Il decesso di Anna Bellisario poteva essere evitato. A scriverlo nel comunicato relativo alla “misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare qualsivoglia attività imprenditoriale” per un anno nei confronti di Giovanna Anoia e del figlio Giuseppe Loiero, entrambi ora indagati per omicidio colposo per la morte della 20enne, è il procuratore di Milano Marcello Viola.

Il tiramisù contaminato

Nel comunicato il pm Viola spiega: “La quantità di caseine riscontrata nel prodotto in questione (tiramisù vegano ndr) indica che il mascarpone era presente nel preparato come ingrediente e non come ‘semplice’ contaminante e che, quindi” è risultato “fatale per la vittima che ne era fortemente allergica al latte”.

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Anna Bellisario, morta per shock anafilattico dopo aver mangiato un tiramisù vegano contaminato. Indagate due persone per omicidio colposo (ansa) milano.cityrumors.it

Anna è morta il 5 febbraio del 2023 dopo dieci giorni di coma sopraggiunto per shock anafilattico provocato dall’ingestione del dolciume contaminato. Quindi, alla base del dramma avvenuto nel locale milanese ci sono le molte criticità riscontrate nella ditta Glg, dove era stato preparato il tiramisù. “I prodotti vegani e non vegani venivano preparati nello stesso ambiente, in contemporanea e sullo stesso tavolo”. 

Inoltre, nella produzione dei dolci si mescolavano gli “ingredienti di origine animale”, come il mascarpone, e quelli di “origine vegetale”. E ancora, gli addetti al laboratorio dolciario non avevano una conforme preparazione tanto che un dipendente aveva seguito solo un “corso di carattere generale” di 4 ore sull’igiene.

L’interdizione dall’attività imprenditoriale

Gli elementi sopra descritti sono al centro dell’ordinanza con cui il gip di Milano Fiammetta Modica ha disposto l’interdizione dall’attività imprenditoriale per un anno a carico del legale rappresentante Giuseppe Loiero e della madre Giovanna Anoia, responsabile delle linee produttive dell’azienda produttrice del “Tiramisun“ recante il marchio Mascherpa.

Entrambi sono indagati per omicidio colposo per la tragica fine della 20enne Anna Bellisario. Le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dal pubblico ministero Luca Gaglio, con la stretta collaborazione di Ats e del Nas dei carabinieri, hanno ispezionato nei dettagli il cibo. Dalle indagini eseguite non risulta nessuna responsabilità per i produttori della maionese consumata quella sera  e per i proprietari del fast food.

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Le intercettazioni

A rischiare il processo per la morte della 20enne sono i produttori del tiramisù vegano. Il gip rispetto alle condotte dei responsabili della Glg, come riporta il Giorno, parla di “assoluta gravità del fatto”.

In una intercettazione ambientale, la stessa indagata Giovanna Anoia, al telefono lo scorso 23 febbraio, a distanza di circa due settimane dalla morte della giovane 20enne, diceva: “Quando tu produci un prodotto così non pensi agli allergici, tu lo stai facendo per i vegani non per gli allergici”.

Secondo il gip di Milano, altre intercettazioni hanno dimostrato che il figlio della donna, Giuseppe Loiero avrebbe creato per i dipendenti “a posteriori un registro di formazione”. Infine, madre e figlio, non avrebbero mostrato alcuna “resipiscenza” dopo la morte di Anna Bellisario continuando a comportarsi in modo inopportuno e inadeguato.

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