Alice Brignoli denominata “mamma Isis” lascerà il carcere dopo il pentimento. La sua storia è incredibile e da ricordare: cosa emerge sulla donna.
La donna è stata condannata per terrorismo internazionale, ma ha deciso di pentirsi dopo la scelta. Ha lasciato il carcere dopo che a febbraio 2015 aveva lasciato l’Italia, insieme al marito (uomo italiano di origini marocchine) Mohamed Koraichi.
La donna aveva scelto di raggiungere i terroristi siriani, occupati nell’attività di lotta dello Stato islamico, insieme al marito e ai figli che all’epoca avevano da 2 a 6 anni d’età. Alice Brignoli è stata rintracciata in Siria e in seguito arrestata e rimpatriata, insieme ai bambini: uno dei più piccoli era nato all’estero. Al momento dell’arresto era presente nel campo Al-Hawl, catturata in precedenza dai curdi. Suo marito, invece, è morto a causa di una infezione all’intestino.
La donna aveva deciso insieme al marito di sposare la causa dell’Isis. Entrambi si erano trasferiti in Siria: Alice Brignoli era residente a Bulciago, in provincia di Lecco, poi la scelta di cambiare vita e sposare la causa dei terroristi siriani. Poco dopo la partenza, infatti, il marito si era prodigato nelle operazioni militari, la donna si dedicava all’educazione della jihad per i figli.
I bambini sono stati infatti fotografati mentre indossavano la divisa mimetica, il più grande aveva persino un fucile in mano. Sta di fatto che al momento dell’arresto, però, Alice Brignoli ha spiegato agli inquirenti che non era più radicalizzata, nonché pentita della scelta di vita fatta in precedenza, con tanto di trasferimento presso un altro Paese, nel caso specifico la Siria. La donna era stata arrestata in un campo profughi della Siria, felicissima di rientrare in Italia. Suo marito morto era infatti un combattente dell’Isis.
Aveva sposato l’idea di rientrare in Italia, specialmente alla luce della pericolosità di Al-Hawl, campo a rischio per chi si era pentito della scelta di radicalizzarsi. Ciò è diretta conseguenza del fatto che i curdi non sarebbero riusciti a garantire protezione contro chi voleva vendicarsi per la decisione. Si era radicalizzata Alice Brignoli e aveva preso il nome di battaglia “Aisha“, in seguito all’arresto la scelta di abbandonare quegli ideali sposati in precedenza.
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Soltanto nel 2021, quando aveva 43 anni, è partito il rito abbreviato. Il processo scelto dalla donna l’ha portata alla condanna a 4 anni di reclusione: la procura aveva chiesto cinque anni di carcere e l’affidamento dei figli ad una comunità per minori, adesso la vicenda si è conclusa. Rispetto alla precedente condanna, con qualche mese di anticipo, il prossimo 2 gennaio Alice Brignoli uscirà per buona condotta. Diverse fonti hanno confermato che la donna avrebbe smesso di indossare il velo, tornando ad indossare abiti occidentali. Avrebbe spiegato a più riprese di essere pentita per le scelta del passato. Grazie a tutto questo potrà rivedere i figli, seppur per un breve incontro, a causa della potestà tolta dopo l’arresto. I bambini al momento, però, dovrebbero rimanere nella comunità.