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Cronaca

Aggressione di Capodanno a Meda, intimidazioni ai testimoni: “Se finiamo in carcere vi spariamo”. Arrestato il quinto baby aggressore

Vittima dell’aggressione avvenuto la notte di Capodanno a Meda è un 34enne pachistano, gravemente ferito all’addome da una banda di ragazzini. Arrestato il quinto baby aggressore

E’ stato portato presso il carcere minorile Beccaria di Milano il quinto baby aggressore fermato dai carabinieri della Compagnia di Seregno dopo la violenta aggressione andata in scena la notte di San Silvestro a Meda (provincia di Monza e Brianza). Il giovane di 17 anni è risultato essere complice ad altri ragazzi dell’accoltellamento ai danni di un uomo di 34 anni di origini Pakistane.

Pestarono a sangue un uomo di 34 anni la notte di Capodanno a Meda (Brianza). Arrestato un quinto baby aggressore. milano.cityrumors.it

Secondo gli investigatori non è escluso che, oltre ai 5 responsabili dell’aggressione già fermato, ce ne siano altri ancora in libertà. Si chiarisce, dunque, la vicenda del 34enne pachistano gravemente ferito la notte di Capodanno. La vittima, in compagnia di un connazionale, camminava palesemente ubriaca in centro quando è stata accerchiata e pestata da un gruppo di giovani.

Arrestato un altro baby aggressore

Il 34enne pakistano era stato ferito gravemente all’addome con un coccio di bottiglia da un gruppo di giovani criminali a Meda nella notte di Capodanno. Dalle indagini portate avanti dai carabinieri sul caso, nel corso del tempo erano stati già fermati e arrestati 4 componenti della banda di aggressori.

Pestarono a sangue un uomo di 34 anni la notte di Capodanno a Meda (Brianza). Arrestato un quinto baby aggressore. milano.cityrumors.it

Ora al gruppetto si aggiunge un altro ragazzino di 17 anni, arrestato e condotto presso il carcere Beccaria di Milano. Su ordinanda di custodia cautelare in carcere i carabinieri, coordinati dalle Procure competenti, hanno poi arrestato un 20enne, considerato l’autore materiale del fendente sferrato alla vittima.

Con lui anche il fratello minorenne, entrambi residenti a Cabiate, e altri due giovani (sempre minorenni) residenti a Seregno e Meda. Secondo quanto riferito dall’avvocato degli ultimi due indagati, il legale Elisa Grosso, i suoi assistiti non avrebbero utilizzato il coccio di vetro nella colluttazione, né avrebbero colpito la vittima né tantomeno erano a conoscenza che il pakistano fosse stato ferito. Così l’avvocato aveva chiesto alla Procura di chiarire la vicenda e valutare l’ipotesi di omissione di soccorso.

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Le minacce in stile Gomorra

Dopo la brutale aggressione del 31 dicembre 2023, il 34enne era stato lasciato a terra in mezzo alla strada sanguinante e dolorante. Alcuni passanti avevano pensato che l’uomo si fosse addormentato preda di un abuso di alcool.

Ma dopo essere stato soccorso da alcuni amici e trasportato in ospedale in codice rosso, la vittima sentito in seguito dagli uomini dell’Arma, aveva confessato di essere stato intimidito dalla banda di ragazzini. Dal racconto è poi emerso che tra il gruppo di amici, almeno una decina, aleggiava in torno al luogo dell’aggressione un clima di intimidazione e minacce in stile Gomorra.

I due fratelli aggressori avrebbero intimato alcuni degli amici del 34enne a tenere la bocca chiusa: “Tu non hai visto nulla e non conosci gli aggressori perché erano incappucciati. Se finiamo in carcere, una volta fuori vi spariamo”. Addirittura uno degli amici della vittima aveva ricevuto anche una telefonata minatoria di un amico comune in cui veniva intimidito: “Oh, vieni a mangiare una pizza…non fare il moccioso, muoviti”. Poi la telefonata si conclude con una minaccia di morte.