A ottobre del 2022 entrò nel supermercato del centro commerciale di Assago e accoltellò a morte un dipendente. Dall’aggressione rimasero ferite anche altre tre persone. La reazione di Andrea Tombolini alla lettura della condanna
Creò il panico all’interno del supermercato Carrefour, nel centro commerciale Milano Fiori di Assago, il 27 ottobre del 2023 quando tra i corridoi del supermercato accoltellò a morte un dipendente, suo coetaneo, e ferendo altre tre persone. A distanza di oltre un anno, giunge ora la condanna definitiva per Andrea Tombolini.
La giudice dell’udienza preliminare Silvia Perrucci motiva la condanna per l’imputato a 19 anni e 4 mesi di reclusione. L’uomo ha agito senza motivo quel giorno. Lo stesso killer ha dichiarato che “voleva solo rompere un po’ di cose… Poi dopo ho preso il primo, mi son messo a correre e, per la rabbia che avevo, beccavo chi passava…”.
Cosa è successo
Dalla ricostruzione fatta dagli inquirenti, quel 27 ottobre del 2022 il 46enne Andrea Tombolini accoltellò a caso chi passava nei corridoi del supermercato di Assago. Secondo la pm Silvia Perrucci, l’uomo ha agito per “sciogliere almeno temporaneamente la sua sofferenza attraverso azioni che comportassero la sofferenza di persone che invidiava in quanto, contrariamente a lui, si mostravano felici”.
Questo, secondo la sentenza che condanna Tambolini a 19 anni e 4 mesi di carcere, come motiva la giudice e come riporta stamani il Corriere della Sera: “non fa del 46enne un pazzo, in un meccanismo delirante ma soggettivamente coerente e collegato alla sofferenza provata a causa dei suoi malesseri, in parte fisici (problemi allo stomaco) e in parte mentali”.
Dall’ira funesta e immotivata del 46enne morì Luis Fernando Ruggieri, dipendente del centro commerciale di Assago e altre tre persone furono ferite prima di essere immobilizzato. La scintilla che fece scattare la furia omicida in Tombolini, secondo quanto lo stesso imputato ha raccontato, furono i suoi pensieri di dolore: “Pensavo di morire, allora mi son detto, la faccio finita al centro commerciale, e niente, vado su, prendo questo coltello e volevo ammazzarmi, ma poi…vedo questo ragazzo, non so come mi è preso, gliel’ho detto anche a lui, l’ho colpito. Ero invidioso di questo signore, che stava bene, che era alto”.
La motivazione della giudice
Chiamati dal giudice, i consulenti psichiatri, come si legge nella sentenza: “non hanno negato che Tombolini sia una persona fragile in difficoltà, e che la sua condizione psicologica abbia contributo a provocare le sue azioni, ma hanno adeguatamente chiarito come tale fragilità non sia stata di intensità tale da condurre ad un giudizio di vizio parziale o totale di mente”.
Quindi, conclude la giudice: “l’estrema gravità delle sue condotte è di gran lunga prevalente rispetto alla scarna e strumentale manifestazione di pentimento che Tombolini ha esternato all’udienza, limitandosi a chiedere scusa per quanto accaduto senza tuttavia manifestare alcuna rivisitazione critica, anzi trincerandosi dietro i suoi disturbi personologici, e senza intraprendere alcuna iniziativa risarcitoria, nemmeno simbolica, nei confronti delle persone offese”.
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La condanna
Per Andrea Tombolini nessuna attenuante e la condanna è fissata a 19 anni e 4 mesi. Questo perché l’assenza di circostanze aggravanti, come per esempio la premeditazione, non ostruisce gli avvocati difensivi di percorrere la strada del rito abbreviato, decisivo per evitare l’ergastolo e diminuire la pena di un terzo.
Quindi si parte da 22 anni per l’omicidio senza aggravanti, poi 6 mesi in più per le lesioni, 3 anni per il primo tentato omicidio, 2 per il secondo e 1 anno e mezzo per il terzo tentato omicidio. In totale sono 29 anni che, con rito abbreviato, vengono ridotti a 19 anni e 4 mesi.
Ma dopo la fine della condanna, Tombolini resterà sottoposto per altri 3 anni alla misura di sicurezza della libertà vigilata, poiché la perizia psichiatrica, seppur, al momento dei fatti ha riconosciuto nell’uomo la sua capacità di intendere e volere, ha comunque diagnosticato disturbi psicologici.