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Cronaca

Abusi sui bambini dell’oratorio: per Don Tempesta arriva la condanna

Per l’ex parroco vicario di Busto Garolfo, Don Emanuele Tempesta, accusato di abusi sessuali sui bambini dell’oratorio, arriva la condanna in primo grado a 6 anni e 6 mesi di reclusione

Don Emanuele Tempesta, ex parroco vicario di Busto Garolfo, nel milanese, è stato accusato di abusi su minori. Ora arriva la condanna definitiva in primo grado a sei anni e sei mesi di carcere. La pena è risultata minore di quella richiesta dalla pm Martina Melita a 11 anni.

Abusi sui bambini dell’oratorio: condannato don Emanuele Tempesta (ANSA-MilanoCityRumors.it)

Il sacerdote 32enne di Busto Garolfo era stato arrestato e posto ai domiciliari con l’accusa di abusi sessuali su alcuni bambini dell’oratorio il 15 luglio del 2021. Da sempre, il sacerdote Don Tempesta si è proclamato innocente parlando di accuse infamanti nei suoi confronti.

La sentenza

La sentenza definitiva è stata pronunciata dal collegio del tribunale di Busto Arsizio guidato da Giuseppe Fazio. Tutte le piccole vittime coinvolte sono state ascoltate dal giudice durante un incidente probatorio, ovvero una modalità che permette di anticipare la formazione della prova durante la fase di indagine, quindi prima del dibattimento.

Abusi sui bambini dell’oratorio: condannato don Emanuele Tempesta (ANSA-MilanoCityRumors.it)

Al termine della requisitoria, il pm Martina Melita, che rappresenta l’accusa, aveva chiesto una condanna a 11 anni di carcere ma la corte del tribunale di Busto Arsizio, presieduta dal giudice Fazio, ha però deciso per una pena di durata inferiore, ovvero 6 anni e 6 mesi, aggiungendo il divieto di avvicinamento a scuole e luoghi frequentati da minori.

Durante il processo si sono costituite ben 20 parti civili e i risarcimenti richiesti ammontano dai 750 euro e i 2mila euro. Le motivazioni della sentenza saranno rese note entro due mesi.

Gli abusi a casa del sacerdote

Secondo l’accusa gli abusi sessuali si sarebbero consumati all’interno delle mura domestiche del sacerdote dove alcuni bimbi venivano invitati dallo stesso parroco a giocare. I minori abusati, all’epoca dei fatti, avevano un’età compresa tra i 7 e gli 11 anni.

Secondo la ricostruzione fatta nel corso del processo, il Don avrebbe abbindolato con la scusa di giocare insieme a casa sua alcuni dei bambini che frequentavano l’oratorio della chiesa. Una volta “accalappiati” i minori, il parroco li avrebbe poi molestati sessualmente

Il caso del maestro di religione

Ieri, per un altro caso di abusi su minori avvenuti in un asilo di Milano in cui è accusato il maestro di religione di 35 anni, la pm di Milano Rosaria Stagnaro ha chiesto una condanna a nove anni di reclusione, nel processo con rito abbreviato. L’uomo è finito in carcere nel marzo scorso con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di 4 bimbi in un asilo.

Le violenze sarebbero avvenute in questo caso durante le attività a scuola. Gli episodi sono stati anche documentati grazie alle microcamere posizionate dalla polizia locale di Milano all’interno dell’istituto durante le indagini.

La sentenza del gup Angela Minerva è prevista per il prossimo 9 luglio. La prima ad avere avuto sospetti sul maestro era stata un’insegnate che, entrata nell’aula improvvisamente aveva notato un gesto “inusuale”, come la stessa donna lo aveva definito: ovvero il 35enne stava allontanando di fretta una bambina da sé. L’uomo dopo aver trascorso un periodo ai domiciliari e poi in una comunità terapeutica, ora il gup ha deciso il ritorno in carcere a seguito di alcune violazioni messe in atto dallo stesso imputato.

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“Nessun vizio di mente”

La perizia psichiatrica chiesta dalla difesa e disposta dal giudice per le indagini preliminari, infine ha confermato che l’imputato non ha alcun vizio di mente. I legali difensori hanno sempre sostenuto, dopo aver recuperato una consulenza medica del 2005, che l’ex insegnate di religione soffre di una rara malattia che comporta anche disturbi della sessualità.

Il perito nominato dal gip, Marco Lagazzi, aveva però stabilito che “l’uomo era pienamente capace di intendere e volere al momento dei fatti”. Durante l’udienza di processo avvenuta ieri, come riporta anche Repubblica, la difesa ha chiesto al gup che disponga un nuovo accertamento psichiatrico o che l’uomo venga assolto o in subordine condannato, ma con l’attenuante dei fatti di minore gravità.