Sul caso scandalo della Fondazione Milano-Cortina 2026, l’ex Amministratore delegato Vincenzo Novari è indagato dalla Guardia di Finanza per corruzione e turbativa d’asta per un appalto truccato da 1,8 milioni di euro nel 2021 sui servizi digitali delle Olimpiadi
Ha negato ogni accusa a suo carico l’ex Amministratore delegato di Fondazione Milano-Cortina 2026, Vincenzo Novari. L’ex Ad a capo della Fondazione dal 2018 al 2022, è stato ascoltato in Procura in un interrogatorio durato ben 9 ore: iniziato ieri, martedì 28 maggio, nel primo pomeriggio e terminato poco prima della mezzanotte.
Secondo i pubblici ministeri Francesco Cajani e Alessandro Gobbis sono 3 gli affidamenti “opachi”, ma il sospetto riguarda anche altre procedure adottate per la scelta di sponsor e fornitori nel comparto digitale nonché per alcune assunzioni di diversi dipendenti.
Indagato per corruzione e turbativa d’asta per un appalto da 1,8 milioni di euro per servizi digitali dalla Guardia di Finanza di Milano, Vincenzo Novari ha ribadito la sua innocenza spiegando ai pm di non aver mai preso soldi o altro e di non aver mai accettato promesse in denaro.
Difeso dagli avvocati Elena Vedani e Nerio Diodà, l’ex Amministratore delegato Novari ha respinto, quindi, l’accusa di aver manovrato gli affidamenti. Inoltre, nell’inchiesta della Procura sono indagati anche l’ex dirigente della Fondazione Milano-Cortina 2026, Massimiliano Zuco, e Luca Tomassini delle società Vetrya e Quybit che vinsero gli appalti e dunque gli affidamenti. Inoltre, secondo l’accusa Massimiliano Zuco – ex dirigente della Fondazione – sarebbe stato nominato nel suo ruolo da Vincenzo Novari su richiesta di Luca Tomassini.
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Alle due società di Tomassini, Vetrya e Quybit, secondo l’inchiesta, sono andati gli appalti sui servizi digitali da quasi 2 milioni di euro. In cambio Tomassini avrebbe inviato bonifici e regalato un’auto a Novari.
Ma i sospetti della Procura puntano anche sulle assunzioni di alcuni dipendenti, persone vicine all’indagato Novari, nel periodo in cui l’ex Ad era alla guida della Fondazione, tra il 2019 e il 2022. Ma non solo, secondo l’accusa Massimiliano Zuco sarebbe stato nominato nel suo ruolo da Novari su richiesta di Tomassini.
Sono in corso accertamenti anche sui rapporti contrattuali tra Fondazione e Deloitte, entrambe le società, ricordiamo, non sono indagate. Al momento i Finanzieri stanno eseguendo tutte le verifiche del caso sul televoto popolare per eleggere il logo dei Giochi olimpici. Anche in questo caso i militari vogliono capire se fosse stato falsificato per favorire il loro vincitore.
Per Novari tutte le accuse risultano infondate. Secondo a quanto riportato dal Corriere della Sera dopo la lunghissima giornata di interrogatorio di ieri, la verbalizzazione era stata giudicata molto carente: al punto tale che magistrati e legali degli indagati hanno concordato sull’impossibilità di stendere un verbale e di procedere con la trascrizione dell’atto video registrato.