86 milioni di euro sequestrati a Ups: caporalato e frode sull’Iva. Il punto sulle indagini

Sequestro di importanti dimensioni e accuse di frode fiscale per un totale di 86 milioni di euro. La Procura di Milano ha aperto una inchiesta nel settore della logistica. Cosa emerge dalle indagini su Ups Italia. 

Il settore della logistica è stato travolto da una inchiesta che accusa Ups Italia di frode fiscale. La cifra ammonta a decine e decine di milioni di euro, con tanto di sequestro da parte della Dda della Procura di Milano. Il personale della Finanza ha eseguito il provvedimento in seguito alle indagini del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria e dell’Agenzia delle Entrate (Settore “Contrasto illeciti”).

Guardia di Finanza
La Guardia di Finanza sequestra milioni di euro, perquisizioni in quattro province italiane. Indagati tre rappresentanti legali di Ups Italia (Immagine Rete)

L’ammontare preciso è pari a  86 milioni di euro, tutti proventi già sequestrati dalle Fiamme Gialle. Il pm Paolo Storari e il procuratore aggiunto Alessandra Dolci hanno contestato alla filiale italiana della società statunitense diversi episodi piuttosto gravi.

L’inchiesta

Secondo le accuse, la filiale italiana di Ups avrebbe somministrato illecitamente manodopera per un totale di 480 milioni di euro. Sarebbero invece oltre 86 i milioni di Iva evasi attraverso la stipula di contratti fittizi, nonché emissione di fatture per lavori/operazioni mai avvenute. Al momento sono tre gli iscritti nel registro degli indagati: si tratta dei rappresentanti legali di Ups Italia che si sono succeduti nel periodo che va dal 2017 al 2022.

Guardia di Finanza
Guardia di Finanza sequestra a Milano, Como, Roma e Reggio Emilia proventi pari a 86 milioni di euro (ANSA)

E proprio la Guardia di Finanza avrebbe scoperto rapporti di lavoro fittizi con l’azienda, mediante utilizzo di “società filtro” che a loro volta si sarebbero rivolte alle cosiddette “cooperative serbatoio”. Quest’ultime sono accuse di aver omesso il versamento dell’Iva, in modalità sempre sistematica, così come i contributi previdenziali degli stessi lavoratori.

I reati contestati sono emissione e utilizzo fatture per operazioni in realtà inesistenti, oltre a responsabilità amministrative degli enti in relazione ad illeciti penali presumibilmente commessi dai dirigenti di Ups Italia, filiale della società statunitense.

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Milano non è l’unica

I militari hanno comunque notificato avvisi di garanzia per ex manager e anche per la società Ups Italia, indagata per responsabilità di natura amministrativa degli enti. in corso anche perquisizioni nei confronti di persone e società coinvolte. Al centro dell’inchiesta ci sono le province lombarde di Como e Milano, ma anche in altre regioni come Emilia Romagna (Reggio Emilia) e Lazio (Roma).

Le conseguenze

Nel frattempo la Procura di Milano ha disposto il divieto di pubblicizzare servizi e beni per Ups Italia dopo l’indagine per frode sull’Iva che, come già ribadito, ammonta ad oltre 86 milioni di euro. Risultano indagati 3 amministratori legali della società italiana del gruppo Ups per episodi presumibilmente avvenuti durante il periodo 2017-2022. Secondo l’accusa, la frode sarebbe avvenuta con contratti di appalto di manodopera con società esterne, coop e consorzi, ma in realtà si sarebbe invece trattato di somministrazione di manodopera.

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