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Cronaca

150.000 ragazzi in crisi in Lombardia. Il primario: “Attenzione ai tagli e all’isolamento”

L’emergenza disagio giovanile in Lombardia: 150.000 adolescenti in cura. I segnali da non ignorare: isolamento sociale, autolesionismo e rabbia repressa.

I numeri sono quelli di un’emergenza nazionale, ma il dramma si consuma nel silenzio delle camerette: in Lombardia, la stima è che fino a 250.000 adolescenti stiano combattendo una crisi neuropsichiatrica.

150.000 ragazzi in crisi in Lombardia. Il primario: “Attenzione ai tagli e all’isolamento” – Milano.cityrumors.it

Lo scorso anno, 150.000 di loro hanno dovuto ricorrere a cure, di cui quasi 28.000 sono finiti in Pronto Soccorso. È una bomba sociale a orologeria, e la domanda è una sola: come intercettare il malessere prima che esploda in tragedia?

Il Corriere della Sera ha chiesto ad Alessandro Albizzati, primario all’Asst Santi Paolo e Carlo, di decifrare i segnali che genitori e insegnanti spesso ignorano o fraintendono.

La sua premessa è un monito: “Bisogna evitare di identificare la propria adolescenza con quella dei propri figli“. Il confronto è obsoleto, la tecnologia è il nuovo campo di battaglia, e minimizzare o ingigantire i comportamenti dei ragazzi, paragonandoli alla propria esperienza passata, è un errore fatale.

I quattro allarmi rossi del disagio giovanile

La chiave per la sopravvivenza emotiva di questa generazione è la capacità di chi le è vicino di non farsi accecare. Albizzati indica quattro aree critiche da monitorare.

I quattro allarmi rossi del disagio giovanile – Milano.cityrumors.it

1. L’Isolamento Sociale è il killer silenzioso. L’indicatore più importante non ha a che fare con la scuola o i voti: è il disimpegno sociale. “Una progressiva riduzione delle relazioni che va verso l’isolamento deve allarmare“, avverte Albizzati. In un’era di amicizie virtuali, i genitori devono imparare a frequentare il mondo digitale dei figli. “È quasi più importante chiedere ai ragazzi ‘come va su Internet?’ invece di ‘come è andata la giornata a scuola?’“. Il mondo virtuale è oggi un contesto di relazioni fondamentale.

2. Il corpo come campo di battaglia. L’elemento più drammatico riguarda l’autolesionismo e i disturbi alimentari, fenomeni “più marcati a Milano rispetto ad altre città italiane“. Per manifestare il malessere interiore, i ragazzi – spesso ragazze – usano il proprio corpo come sfogo: lo tagliano, lo bruciano, lo affamano. L’allarme scatta quando tentano di nascondere le tracce di questo martirio: magliette a maniche lunghe in piena estate, strati di vestiti per camuffare i chili persi o i segni sul corpo, sono strategie da non sottovalutare mai.

3. La tirannia delle performance scolastiche. La scuola, soprattutto nei licei milanesi, è un luogo di pressione insostenibile. “I licei hanno una richiesta di performance alta su cui non flettono,” denuncia il primario. L’indirizzo di studio, e i voti, diventano un campo minato. I genitori devono trovare una “dialettica sana” tra le loro aspettative e le reali inclinazioni del figlio, capendo quando “ridimensionare le proprie richieste” per non innescare un crollo emotivo.

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4. L’epidemia di rabbia e la “Città delle Lame”. Tra gli adolescenti dilaga un'”epidemia di discontrollo emozionale“. Hanno una bassissima capacità di sopportare la frustrazione, che esplode in sfoghi violenti. La realtà milanese, definita la “città delle lame” per l’alta frequenza di coltellate e aggressioni, amplifica il problema. I ragazzi devono imparare che “c’è una reazione a ogni azione fin da piccoli, una questione di sanzioni“.

Marco Ercole

Giornalista, scrittore, amante della lettura. Mi piace scrivere di ogni cosa, diversificare gli interessi, ma tendenzialmente mi occupo di sport da 20 anni, collaborando anche con Repubblica, FOXSports, Corriere dello Sport, Tuttosport, Il Millimetro e molto altro ancora.