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‘Non si affitta ai meridionali’: lei denuncia il fatto sui social

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‘Non si affitta ai meridionali’. Nei primi anni sessanta, nel pieno dell’emigrazione interna che portava masse di uomini e donne dalle regioni del sud Italia a quelle del nord per lavorare nelle fiorenti industrie delle regioni settentrionali, non era inconsueto vedere cartelli che recitavano moniti del genere. Il tempo, l’evoluzione sociale e il miglioramento delle condizioni di vita sembravano aver fatto scomparire discriminazioni di questo tipo. L’Italia come un paese unitario, una nazione, dove le sue diverse componenti (cioè le sue diversità che da secoli ne costituiscono la ricchezza e l’hanno fatta diventare una terra unica al mondo) si fossero aggregate in una società coesa e solidale.

Eppure questo processo si deve essere arrestato o forse non si è mai consolidato se ancora oggi ci troviamo di fronte a fatti come quello avvenuto in questi giorni nella città metropolitana di Milano, a tutti gli effetti la parte più evoluta e ricca del paese. Una ragazza che arriva dalla Puglia cerca casa per trasferirsi a Milano, il luogo dove qualunque italiano ha sempre trovato le opportunità per migliorare la propria condizione sociale e inseguire i propri sogni, deve rinunciare ad affittare la casa che aveva scelto per via della propria provenienza. “Per me i meridionali sono meridionali anche nel 4000, i meridionali, i neri e i rom sono tutti uguali, sono una razzista al cento per cento”: questa la risposta della proprietaria della casa in questione, a Robeccheto con Induno, Milano.
   
   La giovane non ha accettato passivamente la discriminazione subita e ha pubblicato sui social gli audio ricevuti dalla proprietaria di casa che, di fronte all’avvertimento della loro diffusione ha risposto “mi raccomando, scriva e pubblichi che sono salviniana, sto con Matteo, con il capitano”. 

   La vicenda è stata raccontata su facebook: “Succede questo. Decido di trasferirmi nel paese della mia fidanzata in provincia di Milano. Cerco una casa in affitto, la trovo e me ne innamoro. Mi metto d’accordo con la proprietaria di casa, una ragazza, di far partire il contratto ad ottobre. Quindici giorni prima dell’inizio del contratto la ragazza mi manda un messaggio dicendomi che l’inizio del contratto slitta di un mese trovando scuse poco credibili. In un secondo momento ricevo un altro messaggio da parte della ragazza che mi dice che la casa in affitto non può più darmela perché preferisce venderla. Le rispondo dicendole che non trovo corretto cambiare le carte in tavola all’ultimo minuto e che i patti erano altri. In tutto ciò interviene la madre della ragazza che mi contatta. Il motivo per cui non mi viene data la casa in affitto è perché sono nata a Foggia. C O S A, direte voi. Esattamente. Sono nata a Foggia e la signora …. ritiene che in casa sua i meridionali non devono entrare”.

   Al post pubblicato la ragazza, Debora, ha allega anche gli audio della padrona di casa, concludendo: “Benvenuti nell’Italia di oggi dove, a quanto pare, c’è da tirare fuori i cartelli con scritto “Non si affitta ai meridionali” perché, evidentemente, non sono ancora passati di moda”.

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