Corte Costituzionale: il carcere per diffamazione solo in casi di eccezionale gravità

Dopo avere esaminato due questioni sollevate dai tribunali di Salerno e Bari sulla legittimità della pena detentiva in caso di diffamazione a mezzo stampa, la Corte costituzionale ha stabilito che questo provvedimento vale solo in casi di eccezionale gravità.

Il pronunciamento è tornato alla Corte dopo un’ordinanza emessa dalla stessa nel 2020 nella quale si chiedeva al legislatore una riforma della materia. In mancanza di questo pronunciamento la Corte ha dichiarato incostituzionale l’articolo 13 della legge sulla stampa nr 47/1948 che fa scattare, in caso di condanna per diffamazione a mezzo stampa compiuta mediante l’attribuzione di un fatto determinato, la reclusione da uno a sei anni insieme al pagamento di una multa.

In questi casi si è ritenuta valida l’applicazione dell’articolo 595, terzo comma, del codice penale.
Quindi per le ordinarie ipotesi di diffamazione compiute a mezzo della stampa saranno previste la reclusione da sei mesi a tre anni oppure, in alternativa, il pagamento di una multa. La decisione sulla detenzione sarà adottata solo in casi di eccezionale gravità.

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