Chiara Ferragni ha bisogno di soci: il brand è in caduta libera, servono 6 milioni

Chiara Ferragni sta facendo il tour delle Fashion Week: dopo Milano, Montecarlo. C’è un motivo e riguarda le sue aziende.

Chiara Ferragni aspetta e spera. Il motivo è nelle casse delle sue aziende. La situazione non è rosea per nulla, nessuno sembra voler più investire nel brand The Blonde Salad. Le società dell’imprenditrice sono in ribasso: l’entourage della donna aveva calcolato un calo fisiologico. Gli incidenti con la Giustizia hanno portato qualche intoppo.

Chiara Ferragni Trudi
Chiara Ferragni (ANSA-MilanoCityRumors.it)

Si parla ancora di incidenti, ma le certezze (eventuali) devono arrivare. Il tribunale di Torino conferma che per il Balocco gate si è trattato di dolo. Si continua a indagare sul resto, perchè la situazione giudiziaria Ferragni è molto complessa. Sfumature che i partner però non colgono. La donna, nelle ultime settimane, come si legge sul Messaggero, avrebbe perso 3 milioni.

Chiara Ferragni, le aziende crollano

Da qui a qualche mese potrebbero diventare 6. Il doppio. Se i mancati introiti mettono paura, a spaventare ancor di più è la ritrosia di collaboratori. Nessuno crede più nel lavoro di Ferragni. Gli affari continuano: lei si fa vedere, si mostra ben disposta. Promuove vestiti e non solo. Tutto, però, è troppo lento e non ci sono – al momento – segnali di ripresa. Questo – sempre secondo quanto riporta la recente analisi del Messaggero – significa dover trovare dei soci.

chiara ferragni risposta
La decisione drastica dell’imprenditrice (Foto Instagram @chiaraferragni) milano.cityrumors.it

Partner con cui mandare avanti un ingranaggio che non può essere interrotto. Non solo per lei, che secondo alcuni follower meriterebbe anche una gran bella ridimensionata, quanto per tutte quelle persone che fa lavorare. Rischiano il posto. Ammesso che l’azienda salti. Non siamo ancora a quel punto, ma non bisogna neppure arrivarci.

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Servono nuovi soci

Allora cercare qualcuno che possa evitare il tracollo è il minimo che si possa fare: al momento i papabili supporter del brand Ferragni sono Francesco Trapani di Van Investment e Marco Bizzarri, ex AD di Gucci. Attualmente proprietario di NessiFashion. Il crollo di 6 milioni di euro potrebbe rientrare, ma serve collaborazione e unità d’intenti. Soprattutto servono volti nuovi, che possano cercare di mettere un punto e ricominciare. Trovare una pagina bianca in questo caos, però, non è semplice.

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