Tovaglie in piazza Duomo: la nuova protesta dei ristoratori

I gestori degli esercizi pubblici, la categoria più toccata dalle restrizioni di orario imposte dal nuovo decreto governativo, hanno inscenato una nuova protesta. Si sono dati appuntamento in trecento tra proprietari e operatori di ristoranti, bar e servizi di catering in piazza Duomo e in altre piazze d’Italia, su iniziativa della Federazione italiana pubblici esercizi – Fipe- e di Confcommercio.

Per l’occasione il sagrato è stato apparecchiato come un ristorante, con 16 tovaglie bianche, piatti e bicchieri di plastica. Erano pronti anche i sottopiatti in argento poi fatti rimuovere dalla Digos per motivi di sicurezza.
Cartelli con la scritta #Siamo a terra si ripetevano a ogni angolo della piazza mentre il sottofondo musicale era rappresentato dal suono di una tromba che eseguiva il Silenzio.
In piazza anche il presidente di Fipe, Lino Stoppani che ha spiegato: “[…] Siamo a terra, dal punto di vista economico e morale, un settore che aveva 97 miliardi di fatturato nel 2019 ne perde 27 quest’anno. Lo paghiamo noi ma anche le città a cui i nostri esercizi danno decoro, lavoro, luce e vivibilità”.  

Il settore, al momento, occupa oltre un milione e duecentomila addetti in un tessuto produttivo che conta 340mila imprese. Prima del covid19 generavano un fatturato di oltre 90 miliardi di euro all’anno.
I principali problemi, almeno per i locali del centro città, sono legati alla mancanza dei turisti e dei lavoratori ora in smart working. Il settore stava tentando di risollevarsi attraverso il servizio serale fino a quando il nuovo Dpcm non ha reso impraticabile anche questa alternativa.

La voce unanime di chi protestava chiede, oltre agli aiuti economici, un intervento sulla tassazione e sulla gestione dei mutui.
Se così non fosse 50mila aziende, su un totale nazionale di circa 300mila, rischiano di non ripartite in Italia. Nella sola Lombardia sono il 10% del totale.

A chiusura del suo intervento, Stoppani ha ringraziato Milano dicendo: “Speriamo di non aver disturbato”, a voler sottolineare la possibilità di protestare senza la devastazione e la violenza che si sono viste negli ultimi giorni.

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