Il vaccino anti-influenzale 2020, tra numeri e polemiche

Per il prossimo autunno partirà, come ogni anno, la campagna di vaccinazione contro la comune influenza. Mai come quest’anno, ancora in fase di epidemia, da più parti si insiste sulla necessità di questa pratica da parte delle categorie più fragili per evitare che la somiglianza dei sintomi crei confusione nella diagnosi.
Federfarma ha comunicato che rispetto allo scorso anno ha registrato un aumento della domanda da parte delle diverse regioni del 50%.
Lo scorso anno sono stati oltre 10 milioni gli italiani vaccinati, pari al 16,7% della popolazione. 
Per quanto riguarda la Lombardia, l’assessore al Welfare Giulio Gallera ha fatto sapere che la campagna di vaccinazione partirà, come gli altri anni, a ottobre e che sono già state acquistate 2,4 milioni di dosi, con un incremento dell’80% rispetto allo scorso anno.
La precedenza sarà quindi data agli over 65, alle categorie di lavoratori più esposti al contagio ovvero medici, infermieri, operatori sanitari e socio sanitari, e ai bambini fino ai 6 anni per i quali è stata acquistata una soluzione in formato spray.
Per quanto riguarda la tipologia, le cifre fornite da Gallera parlano di ottocentomila vaccini tetravalenti oltre centocinquantamila vaccini ad alta protezione.

Immancabile la polemica politica sui numeri delle dosi richieste che, a detta della consigliera regionale del PD Carmela Rozza, sono ben inferiori alle necessità della Regione e sui ritardi nei bandi di gara per gli acquisti.

Il parere favorevole a una vaccinazione il più estesa possibile è arrivato anche dal prof. Massimo Galli, responsabile del reparto di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano.
In occasione di una sua partecipazione a una trasmissione televisiva ha infatti detto: “Il fatto di essere vaccinati conto l’influenza aiuterebbe molto. Chi si vaccina si toglie almeno questo rischio. Faccio un appello accorato agli ultra 65 che dovrebbero essere tutti vaccinati.
Questo sarebbe l’anno assai virtuoso per immunizzare più gente possibile, anche bambini che sono un serbatoio delle epidemie influenzali”.

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