Confcommercio, Sangalli risponde alle accuse con una denuncia per estorsione

Lo scandalo che ha coinvolto Confcommercio ha trovato oggi una risposta in una nota apparsa sul sito ufficiale. Il presidente Carlo Sangalli, secondo quanto emerso dalle ricostruzioni fatte da Repubblica e Corriere della Sera, avrebbe firmato un atto di donazione a favore di una ex segretaria per non far emergere alcune presunte molestie risalenti al 2011. Per questo tre vicepresidenti di categoria (Maria Luisa Coppa, Renato Borghi e Paolo Uggè) ne hanno chiesto le immediate dimissioni.

“In riferimento ad alcuni articoli pubblicati in questi giorni – si legge nel comunicato – Confcommercio precisa quanto segue. Il 14 novembre si svolgerà il Consiglio direttivo per prendere in esame la riorganizzazione interna che ha comportato la risoluzione del rapporto di lavoro con il Direttore Generale Francesco Rivolta per motivi oggettivi. In quella stessa sede il Presidente Carlo Sangalli relazionerà sui recenti fatti di cronaca. A questo proposito si conferma che il Presidente, abbandonando la sua usuale vocazione al dialogo, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica ritenendosi parte offesa per gravissime condotte di estorsione e diffamazione. Proseguirà a querelare con fermezza chiunque costruisca, diffonda o alimenti notizie false e diffamatorie. Dunque, accuse infamanti o illazioni, anche e soprattutto se provenienti da soggetti con una storia ben diversa da quella del Presidente, saranno oggetto di querela immediata. Il Presidente esclude categoricamente di aver mai mancato di rispetto a nessuno dei suoi collaboratori (nel 2011, come in ogni giorno di tutta la sua carriera). Carlo Sangalli è stato oggetto di una lunga e ben orchestrata sequenza di episodi, di minacce e lettere anonime, una vera e propria violenza psicologica che lo ha profondamente segnato. Una precisa regia, che contestava comportamenti scorretti tra i più infamanti riferiti al 2011, contro cui non vi sarebbe stata alcuna possibilità di difesa. In questa situazione il Presidente, pur non avendo alcuna colpa, ha ritenuto di cedere alle richieste e pagare”.

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