Inter e Milan, i vivai sono un problema. O meglio: le giovanili restano un valore aggiunto che spesso non viene considerato. I numeri.
Inter e Milan sono al cospetto dell’ennesima stagione importante. Viverla da protagonisti non è facile anche per tutto quello che c’è da fare. Gli impegni sono molteplici, così come gli infortuni. Il punto è che si gioca troppo: essere big presuppone dei canoni diversi e impone anche differenti prestazioni. Sempre pronti, all’altezza, vietato sbagliare. Questo significa, spesso, anche andare al di sopra delle proprie possibilità.
Essere talentosi non coincide – almeno non sempre – con l’essere in forma. I giocatori sono, il più delle volte, ragazzi. Per quanto giovani si possa essere, però, non è ipotizzabile giocare sempre. Anche con l’acceleratore premuto, arriva il momento di doversi fermare. Lo stop può essere dettato da motivi diversi che vanno dagli infortuni agli affaticamenti: non conta la ragione, quel che è rilevante è la (mancata) presenza.
Inter e Milan, rebus vivai: i giovani usati col contagocce, la rivincita di Inzaghi e Pioli
Quando l’infermeria preme, l’unico modo per uscire dall’impasse è trovare nuovi elementi. Non è un caso, infatti, che Inter e Milan da qualche mese scommettano sui giovani talenti per rimpiazzare la “vecchia guardia”. La costruzione dal basso esiste, bisogna soltanto avere il coraggio di saperla fare. Essere convinti a tal punto di ritenere pronto un giovanissimo da esordire in Serie A. Mettere piede a San Siro non è proprio una passeggiata: resta un’emozione fortissima, chiedere a Camarda, però bisogna avere il coraggio di sostenerla.
Oggi i giovani non solo giocano, ma segnano. Anche nelle partite importanti. Bartesaghi e Simic ringraziano, ma cosa c’è dietro questa necessità di ripiegare sugli U16 e U17? La moria di acquisti. Il mercato non è più scoppiettante come una volta. Ci sono meno soldi nelle casse di tutta la Serie A, allora si deve fare di necessità virtù. L’Italia è ridimensionata anche nel calcio: sul mercato si spende meno anche perché i costi maggiori – a causa della congiuntura e non solo – ce l’hanno i vivai. Nella fattispecie il Milan spende 11 milioni, l’Inter 20.
I cugini nerazzurri investono di più, ma i risultati sono simili per quanto riguarda l’espressione delle potenzialità. I giovani giocano meno di quanto dovrebbero: la ribalta è destinata a pochi, ma a fronte delle spese e delle cifre investite Inzaghi e Pioli sono pronti a ricalibrare le priorità. Cambiano le generazioni e, forse, migliorano anche i risultati. All’ombra del Duomo la situazione sembra tranquilla, chissà che la scalata di qualcuno non la faccia diventare paradisiaca.