Dopo mesi di attesa e speranza, ora la giustizia sta per abbattersi sul campionato: scatterà la penalizzazione, i tifosi sono disperati
Ancora prima del VAR, per fare giustizia nel mondo del calcio almeno nelle intenzioni è arrivato il Fair Play Finanziario. Criteri stabiliti dalla Uefa nel 2009 dopo oltre un anno di discussioni e applicati dalla stagione successiva. Poco e male, così pensa la maggioranza dei tifosi anche se ora sta per arrivare una penalizzazione che cambierà tutta la classifica.
I tetti salariali e i margini per sforare nei bilanci sono chiari a tutti. In campo europeo sono il biglietto da visita per partecipare alle coppe internazionali senza il rischio di essere esclusi, come è successo anche al Milan. In campo nazionale invece valgono o meno l’iscrizione ai vari campionati di appartenenza.
Regole che con il tempo sono state modificate e ampliate, fino al 2023, anche per fronteggiare l’arrivo di nuovi mercati e nuovi mercanti. In particolare tutta l’area del petroldollaro, che ha in Qatar e Arabia Saudita i suoi rappresentanti più scatenati nel mondo del calcio. Se infatti la bolla cinese è evaporata in poco tempo e quella della Saudi League deve ancora decollare, è in Europa soprattutto che fanno business.
Con risultati economici a dire il vero complicati, anche a fronte di investimenti massicci. Ma soprattutto è sparito il concetto di concorrenza, perché anche le big europee che hanno ancora proprietà legate alla propria nazione fanno fatica. I casi del Manchester City e del PSG, non citati a caso, hanno riempito le pagine dei quotidiani e le aule dei tribunali sportivi per lungo tempo. E almeno nel primo caso presto arriveranno risposte, quasi sicuramente clamorose.
Succede infatti che la Premier League, dopo anni di immobilismo su tutti i fronti, abbia varato da qualche tempo una politica di controllo molto più stretta. Così due club sono finiti sotto processo sportivo per aver aggirato le norme del Fair Play Finanziario e ora rischiano pene pesanti.
Sono Everton e Nottingham Forest, che avrebbero violato le regole finanziarie in vigore in Premier, registrando perdite superiori al limite permesso nell’ultimo triennio. Le regole consentono un passivo massimo pari a 105 milioni di sterline in tre anni, circa 130 milioni di euro. Ma per chi sale dalla Serie B inglese (come nel caso del Nottingham promosso nel 2022), il limite è 68 milioni di sterline negli ultimi tre anni.
L’Everton lo scorso novembre ha subìto 10 punti di penalizzazione in classifica e ora potrebbe perderne altri. Oggi l’altra squadra di Liverpool viaggia a 21 punti mentre il Forest è a 17 ed entrambe sono in zona retrocessione.
Il Forest negli ultimi giorni ha pubblicato una nota ufficiale, spiegando che prende atto della comunicazione arrivata dalla Premier League con le accuse. Al contempo promette la massima collaborazione, sperando in una risoluzione della questione rapida ed equa.
Secondo l’esperto di finanza Kieran Maguire, intervistato da Football Insider, saranno penalizzazioni entrambi i club. Una sentenza che per Maguire diventerà anche l’ultimo avviso per altri club: “Sembra sia opinione comune pensare che multe significative non abbiano conseguenze per i club. Ci sono proprietari miliardari che vedono i costi finanziari semplicemente come una spesa per fare affari e quindi li ignorano”. Ma il vento sta cambiando.