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Omicidio di Carol Maltesi, rivelate le motivazioni dell’ergastolo a Davide Fontana. Le parole della Corte d’Assise

Il bancario, reo confesso, è stato condannato all’ergastolo il 21 febbraio per l’omicidio di Carol Maltesi. Ecco le motivazioni in sentenza

La Corte d’Assise d’appello di Milano non ha avuto dubbi e il 21 febbraio ha portato da trent’anni all’ergastolo la condanna per Davide Fontana, l’uomo che nel gennaio 2022 ha ucciso l’ex compagna Carol Maltesi e ne ha fatto a pezzi il corpo. Emerse le motivazioni che hanno spinto i giudici ad aumentare la pena: ecco le parole scritte in sentenza.

Carol Maltesi, rivelata la motivazione della sentenza: le parole della Corte d’Assise (milano.cityrumors.it / ansafoto)

Giovane, bella e alla ricerca della realizzazione personale. Carol Maltesi, 26 anni, viveva a Rescaldina e qui si occupava di registrare dei contenuti per Onlyfans. Davide Fontana la aiutava in questo lavoro e, il giorno dell’omicidio, i due si erano incontrati proprio per girare un video insieme, nel quale lei doveva apparire legata e con un cappuccio sulla testa.

A farle questa particolare richiesta un utente di Onlyfans che, solo in seguito, si scoprirà essere stato lo stesso Davide Fontana mediante un account falso. Da lì l’omicidio, quindi il vilipendio del suo cadavere fino alla sentenza dell’ergastolo: ecco le novità.

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Riconosciute le aggravanti della premeditazione e della crudeltà

Una delle motivazioni che hanno spinto i giudici di secondo grado a chiedere l’ergastolo sono state quelle legate alle aggravanti: escluse in primo grado, la premeditazione e la crudeltà sono state poi riconosciute dalla Corte d’Assise e d’Appello e, nello specifico, dai giudici togati Anelli e Caputo. Reo confesso, Davide Fontana ha tolto la vita a Carol Maltesi colpendola con tredici martellate alla testa, quindi sgozzandola. Una volta senza vita, ha fatto a pezzi il corpo ed ha riposto i resti in un congelatore.

Carol Maltesi, rivelata la motivazione della sentenza: uccisa perché voleva l’indipendenza (milano.cityrumors.it / ansafoto)

Dopo aver provato a bruciarli per liberarsene, senza riuscirci, Davide Fontana li ha abbandonati in alcuni sacchi in una discarica in provincia di Brescia. A provare la premeditazione, secondo i giudici, il fatto che la richiesta di quei video così particolari fosse arrivata da un account falso di Davide Fontana, che si era finto un utente di Onlyfans.

Voleva punirla

Nelle 96 pagine allegate alla sentenza, i giudici specificano che facendo quella richiesta tramite un profilo falso aveva “carpito” a Carol il consenso di “porsi in una condizione di passività assoluta, quindi in balia della sua violenza: sebbene lei pensasse che si trattasse solo ed esclusivamente di lavoro, lui invece aveva organizzato il tutto per attuare il suo ultimo atto cinematografico.

Carol Maltesi, rivelata la motivazione della sentenza: uccisa perché voleva l’indipendenza (milano.cityrumors.it / ansafoto)

Secondo i giudici, Fontana “…portò avanti la cinica estensione di uno studiato contrappasso, un ultimo osceno set cinematografico, un’ultima uscita di scena simbolicamente punitiva per avere la vittima cercato, nella carriera di attrice porno, la sua indipendenza economica e personale“.

La perizia psichiatrica

Per quanto riguarda le attenuanti, la Corte non ha riconosciuto quelle generiche come equivalenti alle aggravanti, cosa invece che è accaduta in primo grado. Inoltre, per quanto riguarda eventuali vizi di mente, i giudici della Corte d’Assise d’appello sottolineano che l’imputato si distingue per una piena capacità di intendere e di volere e che questo vale anche per il momento nel quale ha tolto la vita a Carol, capacità che è “…a tal punto scontata da non essere posta in discussione“.