Laura Ziliani è morta per soffocamento

I risultati dell’autopsia sul corpo di Laura Ziliani hanno accertato che la donna è stata prima soffocata e poi seppellita.

Una conclusione che allontana, in maniera ormai definitiva, l’ipotesi che la donna si sia suicidata come era emerso nelle prime fasi dell’inchiesta.
Lo riporta quest’oggi Il Giornale di Brescia riferendo altresì che il medico legale ha depositato le sue conclusioni in Tribunale.
Laura Ziliani era una ex vigilessa che aveva prestato servizio a Temù, nelle montagne sopra Brescia, per poi trasferirsi in questa città dopo la morte del marito, appassionato di montagna.
Di lei si erano perse le tracce lo scorso 8 maggio, quando erano state le due figlie a dare l’allarme dicendo che la madre era uscita di casa per un’escursione dalla quale non era mai tornata. Il proseguo delle indagini, però, aveva mostrato delle crepe, in questo racconto, fino a quando gli inquirenti non hanno spostato l’attenzione proprio sulle due figlie, Silvia e Paola, e sul fidanzato della maggiore, Mirto Milani.

Un sospetto che ha portato al loro arresto, dopo l’estate, con l’accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione. Al primo interrogatorio, lo scorso 28 settembre, i protagonisti della vicenda si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Le indagini, nel frattempo, avevano previsto che ci fosse l’autopsia della vittima e le prime indiscrezioni in proposito, avevano già evidenziato l’assenza di ferite. Nel corpo, inoltre, erano state trovate tracce di un composto a base di benzodiazepine, una sostanza usata come ansiolitico che, in dosi elevate, compromette la capacità di reazione.
La donna, ridotta a uno stato semi comatoso, sarebbe stata facilmente soffocata con un cuscino appoggiato sul viso o con la chiusura prolungata delle narici.

Per il gip Alessandra Sabatucci, che coordina le indagini, il movente sarebbe di natura economica, come scritto nell’ordinanza di arresto: “I tre indagati avevano un chiaro interesse a sostituirsi a Laura Ziliani nell’amministrazione di un vasto patrimonio immobiliare”.
Ad aggravare la posizione dei tre arrestati ci sarebbero poi i depistaggi messi in atto primo tra tutti il ritrovamento di uno degli scarponcini della vittima lungo un torrente, a un mese dalla scomparsa. Poi quello dell’altro scarponcino, rinvenuto insieme a un paio di jeans strappati in una zona boschiva. E ancora il fatto di avere resettato i cellulari per nascondere telefonate e scambi di messaggi e le menzogne sul telefono di Laura Ziliani che risultava, secondo loro, attivo al momento della scomparsa. L’apparecchio è stato poi ritrovato all’interno dell’abitazione della donna.


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