Una vicenda dai contorni ancora poco chiari, secondo la Polizia, che ha coinvolto un orafo trentenne di origine francese e un sedicente collezionista svizzero.
Tutto si è svolto al tavolo di un ristorante in Piazza Duomo dove i due uomini, dopo avere preso accordi telefonici, si sono incontrati per perfezionare la vendita di una statuetta antropomorfa in oro del peso di 1 chilo e 300 grammi dell’artista surrealista Max Ernst.
Il prezzo stabilito per la vendita ammontava a 450 mila euro che dovevano essere versati in contanti.
Un fatto quanto mai insolito viste le restrizioni imposte dalla legge italiana sull’uso del denaro circolante.
Tuttavia, approfittando dell’assenza dell’orafo che si era allontanato per pagare il conto, l’acquirente è fuggito portando con sé il manufatto senza versare l’incasso pattuito.
L’uomo a questo punto si è rivolto alla Questura per denunciare l’accaduto ma i dubbi della Polizia sulla dinamica dei fatti sono molti e ruotano intorno a una serie di domande: perché l’orafo non ha portato con sé una statuetta di così grande valore quando si è allontanato per pagare il conto? Perché ha gestito la trattativa in un locale pubblico? Perché non ha neppure una fotografia del manufatto? Ma soprattutto, l’uomo poteva non sapere che una transazione in contanti da 450 mila euro, è impensabile oltre a violare la legge vigente?