Nativi digitali, reati digitali. Digitali sì ma con una profonda e dolorosa ricaduta sulla vita concreta di tutti i giorni. Sono preoccupanti i dati comunicati dalla Procura del Tribunale per i minori nella sua relazione statistica annuale e riguardanti i crimini caratterizzati dall’uso deviante dei dispositivi digitali collegati ad Internet. Cioè sostanzialmente i telefoni cellulari.
L’aumento percentuale è impressionante, il 42% in più rispetto al 2017 e complessivamente triplicati negli ultimi due anni. Nella maggior parte dei casi le vittime sono ragazze, che subiscono angherie digitali paragonabili a quelle che caratterizzano i rapporti violenti reali tra uomo e donna, con il controllo delle attività, degli spostamenti, delle relazioni sociali, fino a vere e proprie punizioni o furti.
Tutto ciò si esplica, nell’universo digitale online, con il controllo delle attività sui social network e la geolocalizzazione obbligata. E’ frequente anche il ricatto a sfondo sessuale tramite la minaccia di diffondere le foto private delle quali si è venuti in possesso. Vessazioni e minacce che non vanno sottovalutate, come ci ricordano psicologi ed esperti di comunicazione, dato che possono avere un impatto devastante sulla vita delle vittime.
A fronte di questo aumento di reati a carattere digitale, sono invece diminuite le violenze sessuali “reali”, passate da 199 a 147. Un calo che però va in parallelo con il rinforzo dell’idea, presso molti autori maschi delle violenze digitali, che le ragazze debbano essere oggetti sessuali sempre disponibili. Convinzione rinforzata anche dalla grande disponibilità di immagini erotizzanti online e dalla diffusione dei comportamenti sessisti sui canali di comunicazione digitali.