Nei giorni scorsi è stato firmato un nuovo patto tra Comune e territorio inteso come cittadini e associazioni, del quartiere Corvetto per avviare un progetto di cura condivisa del Portale dei saperi.
Alla firma erano presenti Valeria Negrini (vicepresidente Fondazione Cariplo), Chiara Saraceno (presidente Rete italiana di cultura popolare), Daniela Ciaffi (vicepresidente Labsus), Lorenzo Lipparini (assessore a Partecipazione, Cittadinanza attiva e Open data), Gabriele Rabaiotti (assessore alle Politiche sociali e abitative) Annibale D’Elia (direttore Innovazione economica e Sostegno all’impresa) ed Elisabetta Carattoni (assessore a Cultura e Sicurezza del Municipio 4).
Con la firma di questo patto, le associazioni Plurima, Dare.ngo, Teatro della zucca e Weworld ONLUS, la Rete italiana di cultura popolare e il punto di comunità Made in Corvetto, gestito da La strada, Terzo paesaggio e Milano Bicycle boalition, si impegnano a prendersi cura dei saperi locali, della memoria storica e del patrimonio culturale immateriale del quartiere attraverso la gestione condivisa, l’elaborazione e la curatela dei contenuti della sezione dedicata al quartiere all’interno del portale.
Il Portale è una piattaforma digitale ideata dalla Rete italiana di cultura popolare nel 2019 come punto di incontro tra gli abitanti, le realtà no profit e circa 60 realtà del tessuto produttivo. Le idee principali su cui si fonda il progetto sono quindi trasformazione, inclusione, immaterialità, condivisione, artigianalità e quartiere.
“Sono 60 i patti di collaborazione avviati dal Comune di Milano in poco più di un anno – ha precisato l’assessore Lipparini – dalle piazze aperte realizzate con interventi di urbanismo tattico alla cura del verde pubblico, che sono i più diffusi e visibili. Ma ci sono anche i patti che riguardano beni immateriali, come il sapere, il fare rete, che hanno risvolti altrettanto concreti sulla vita delle persone di un quartiere”.
“È fondamentale – ha aggiunto – il ruolo dei soggetti attivatori, come le associazioni del terzo settore e i gruppi di cittadinanza attiva, realtà che possono innescare qualcosa di nuovo in territori dove si ritiene difficile che un cambiamento possa avvenire e che a Milano sono una risorsa di grande valore”.