Milva: l’ultimo saluto al Piccolo Teatro

La camera ardente che ospita Milva, scomparsa lo scorso venerdì all’età di 81 anni, è stata allestita all’interno del Piccolo Teatro proprio nel momento in cui, grazie alla zona gialla, i teatri hanno riaperto al pubblico.

Lo stesso pubblico che, ben prima dell’orario di apertura, ha formato una lunga fila, rispettosa delle regole, per renderle l’ultimo saluto. Infatti non era neppure permesso sostare di fronte al feretro coperto da un bouquet di delicati fiori bianchi. Alla fine della mattina erano già un migliaio le persone che erano entrate per deporre un mazzo di fiori, un biglietto con un ricordo o un semplice omaggio come nel caso di una giovane studentessa proprio del Piccolo che vedeva in Milva un modello a cui ispirarsi.

Fonte foto La Stampa

Si perché per l’emiliana Maria Ilva Biolcati, originaria di Goro nel ferrarese, Milano era diventata ben presto la sua casa e ancora di più lo era diventato il Piccolo allora sotto la guida di Giorgio Strehler.

Milva aveva però scoperto la passione per il canto ancora in Emilia Romagna quando si esibiva nelle balere con il nome d’arte di Sabrina. Nel 1959 il primo vero trampolino verso la carriera musicale con l’affermazione, su circa 7mila candidati, in occasione di un concorso per voci nuove indetto dalla Rai. Da lì al suo primo San Remo il passo è breve. Siamo nel 1961 e Milva si guadagna il terzo posto con la canzone “Il mare nel cassetto”. L’anno successivo la vede di nuovo protagonista con “Tango italiano” che segna il suo avvicinamento artistico all’universo dell’argentino Astor Piazzolla.

Segno che gli interessi e l’evoluzione artistica del personaggio sono in continuo divenire fino all’incontro con il teatro. Siamo nei primi anni ’70 e Strehler la introduce al mondo del drammaturgo tedesco Bertold Brecht di cui Milva diventerà la voce più nota e autorevole in Italia come all’estero. Con particolare attenzione per le canzoni che diventeranno protagoniste di progetti discografici e teatrali con il titolo di “Milva canta Brecht”. Sempre in questo filone si colloca la sua interpretazione di Jenny dei Pirati nell’allestimento de L’opera da tre soldi del 1973.

Milva riesce così nell’equilibrio di fondere un repertorio in linea con la canzone melodica di quel tempo che ha come palcoscenico le manifestazioni canore e i grandi spettacoli televisivi del sabato sera di Rai 1 con un altro più colto che nasce dal lungo sodalizio con la Ricordi in una collaborazione che si è protratta dagli anni ’60 agli anni ’90. Rientrano in questo progetto l’album “Canti per la Libertà” del 1965 in cui propone la sua interpretazione di Bella Ciao e le canzoni composte per lei da diverse personalità della cultura greca del tempo.

Negli anni successivi che costellano la sua cinquantennale carriera sono numerose le collaborazioni alle quali la sua versatilità e il timbro unico della sua voce danno vita: dal già citato Piazzolla che la “elegge” sua interprete favorita; Franco Battiato che scrive per lei Alexander Platz;

Enzo Jannacci la affianca nel produrre l’album La Rossa, ispirato all’inconfondibile tonalità della sua chioma, nel 1980; nel 2004 trasforma in musica le liriche di Alda Merini. La sua ultima apparizione a San Remo risale al 2007 con la canzone “The show must go on” scritta per lei da Giorgio Faletti.

Poi la malattia, soffriva del morbo di Alzheimer, che la spinge lentamente a ritirarsi dalle sue amate scene. Poco prima di aggravarsi Milva aveva ricevuto la sua dose di vaccino covid che le aveva ispirato un messaggio di fiducia e speranza verso questa soluzione alla malattia affidato ai social.

Alla camera ardente era presente la figlia Martina Corgnati, critica d’arte, che ha usato queste parole per far capire chi fosse Milva, sua madre: “Non poteva che essere qui la camera ardente al Piccolo Teatro per tutto quello che ha rappresentato nella storia umana e professionale di mia madre, è il luogo simbolo del suo lavoro, della sua ricerca, della sua carriera”.
Un impegno che, sempre secondo le parole della figlia, si riassume bene in una frase pronunciata da Milva: “prima muoio poi interrompo lo spettacolo”.

Nel rendere omaggio all’artista il sindaco Sala si è espresso a favore della richiesta, giunta da più parti, di iscrivere Milva al Famedio. Un gesto definito “doveroso” dacché “I grandi artisti sono lì ed è assolutamente giusto che anche Milva sia lì”.
I funerali si svolgeranno in forma strettamente privata.

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