Milano, striscioni nella notte sparsi per la città: nel mirino Giuseppe Sala. La zona 30 divide

La città di Milano è stata invasa da striscioni dopo l’ennesima morte di una persona in bici: la decisione degli attivisti e le richieste al sindaco Beppe Sala. 

Nel cuore della notte sono stati affissi a Milano, precisamente in diverse zone della città, degli striscioni per chiedere maggiori tutele nei confronti di chi si muove con i mezzi non a motore.

Striscione protesta Milano
Uno degli striscioni esposti dagli attivisti in giro per la città di Milano (foto Instagram Milanobelladadio)

Non mancano gli eventi tragici, l’ultimo accaduto proprio non molte ore fa con la morte di un 37enne in bici, ucciso proprio in viale Umbria.

Cosa è accaduto

Alcuni attivisti anonimi hanno appeso dei cartelli nel centro di Milano, chiedendo al sindaco Beppe Sala di impegnarsi. L’obiettivo richiesto è quello di “Milano città 30“, un chiaro riferimento all’ipotesi di abbassamento dei limiti di velocità da attuare nel centro città. “MILANO NON AMA ASPETTARE. BEPPE, QUANDO STA CITTÀ 30?“, si legge su uno appeso a Milano.

Milano striscione
Proteste in diverse zone della città di Milano, attivisti chiedono di ridurre il limite di velocità (foto Instagram Milanobelladadio)

Gli striscioni sono stati posizionati in diverse zone del centro. Si va dall’Arco della pace al Duomo, passando per zona Loreto, Cairoli e Porta Garibaldi. La richiesta degli attivisti è indirizzata principalmente alla politica meneghina, in particolare al primo cittadino Sala, specialmente dopo gli ultimi incidenti mortali. “Il consiglio comunale o Aci Milano e la dinastia La Russa? Il coraggio o l’inerzia? La trasparenza o la vaghezza? E chi è il sindaco di Milano?“, si legge nella nota.

Una persona contemporanea che guarda a una cosa chiamata futuro ma che è già oggi realtà in mezza Europa o una persona provinciale convinta dei più disinformati luoghi comuni di un modello auto-centrico, insostenibile e ingiusto? Se Beppe Sala ama mettersi al lavoro come i milanese, cosa sta aspettando?“, recita la nota del gruppo di attivisti.

I numeri

E proprio l’Osservatorio Ciclisti di Asaps (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale) ha spiegato che nel solo 193 sono 195 i ciclisti morti, un nuovo minore rispetto agli ultimi due anni. La Lombardia, però, ha il primato negativo delle vittime: lo scorso anno sono morte 39 persone per questo tipo di incidenti. E anche i numeri in Italia, in merito alle vittime di strada, sono scese da 7mila (2001) ai 3mila del 2021. Si tutelano gli automobilisti e al contempo si provano a mettere in atto sforzi per evitare incidenti mortali a causa dei quali spesso ci rimettono la vita persone a bordo delle bici. Sui mezzi a due ruote, infatti, si muore quasi il doppio rispetto alle vittime in auto (oltre 50% in più).

Che fine ha fatto la proposta votata in Consiglio

E pensare che un anno fa, invece, il Consiglio comunale di Milano approvò una delibera. In quel caso, infatti, l’amministrazione Sala vincolò la Giunta ad approvare dal 2024 l’introduzione del limite dei 30 chilometri orari. Da un lato circolare in diverse zone del centro nel pieno rispetto dei limiti di velocità, dall’altro garantire la sicurezza dei cittadini ed evitare incidenti mortali

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I commenti sui social

Sui social non sono mancati i messaggi che hanno creato due vere e proprie fazioni. Se da un lato si chiede il rispetto del Codice della strada, indirizzato principalmente alle possibili imprudenze dei ciclisti, dall’altro c’è quella parte di cittadini che chiedono una tutela di chi gira per la città con il mezzo a due ruote. Gli attacchi contro l’amministrazione Sala non mancano, così come gli inviti ad intervenire.

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