Fino al 25 settembre Milano vive uno dei suoi rituali più sacri e, ormai, tradizionali: la Settimana della della moda. Svoltasi per la prima volta nel 1958, è uno dei simboli della creatività e della capacità di impresa meneghine e italiane in generale. La moda è infatti la seconda industria del paese per numero di addetti (700mila) e uno dei settori ai quali è maggiormente legata la fama contemporanea dell’Italia. L’evento milanese, che avviene due volte all’anno a settembre e febbraio, fa parte dei quattro più importanti al mondo, con New York, Londra e Parigi.
E ogni volta la città ne viene “travolta”, con una partecipazione degli addetti ai lavori totale e una mobilitazione delle Istituzioni concreta e generosa. Molti stranieri dunque, con la preminenza dell’estremo oriente negli ultimi anni, tra i cosiddetti buyers (i compratori professionali); folle di giornalisti e fotografi che non si fermano davanti a nessun ostacolo; modelle e modelli di corsa tra le passerelle già calcate o alla ricerca della loro prima sfilata; stuoli di curiosi che si soffermano sull’eccentricità degli abiti, sia quelli sulle pedane che quelli del “popolo della moda”, o sono a caccia dei divi e delle celebrità presenti agli eventi. Una grande ondata di vita e di entusiasmo che sciama effervescente per le strade e nei palazzi dedicati, creando anche alcuni effetti collaterali, tra i quali il più irritante per il resto della cittadinanza è sicuramente l’aumento esponenziale del traffico, in alcuni luoghi e ore fino al limite dell’umana sopportazione.
Ma la moda, figlia di questa città, da e dona molto. Quest’anno sotto forma di natura pulsante: circa 5000 piante sono state donate alla città per arricchirla. Inoltre, alla Settimana è abbinato MilanXL-La festa della creatività italiana, che porta in molti luoghi del capoluogo lombardo arte e cultura sotto forma di eventi, mostre, incontri.