L’aria della Lombardia è sempre più inquinata ma a causarla non sono solo le emissioni di auto e industrie. L’allevamento pesa: ecco quanto
Lecco, Bergamo e Brescia hanno il record di giorni di superamento delle concentrazioni di ozono ma anche le altre città della Lombardia non sono da meno. Ormai si sa, l’estate è il periodo peggiore per quanto riguarda la qualità dell’aria: per effetto del caldo, infatti, le quantità di ozono aumentano e a farne le spese sono i cittadini, che lo respirano quotidianamente. Ecco il punto di Legambiente Lombardia, in occasione della giornata mondiale per l’aria pulita delle Nazioni Unite.
Al centro delle analisi quest’anno non c’è solo la CO2 ma anche tutti quegli inquinanti, chiamati “a vita breve” poiché permangono in atmosfera per periodi più brevi rispetto alla CO2, che però hanno effetti importanti sul clima e sulla salute. Nonostante la loro velocità nell’estinguersi, hanno un’elevata reattività e possono determinare la nascita di inquinanti secondari che possono essere anche molto tossici. Ne è un esempio l’ozono, come abbiamo detto: a determinare questa drammatica situazione, però, non sono solo le emissioni di auto e industrie, ma anche attività meno sospettabili quali l’agricoltura e l’allevamento.
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Il peso degli allevamenti
Quando si parla di inquinamento, erroneamente si pensa che a determinarne la gran parte siano le attività antropiche direttamente collegate alle emissioni di gas e sostanze pericolose come le fabbriche e le industrie, il traffico e gli impianti di riscaldamento a base di combustibili fossili. Seppure tutte queste realtà abbiano un inevitabile impatto sull’ambiente e sulla qualità dell’aria, per quanto riguarda la Lombardia è necessario sottolineare che ben il 70% delle emissioni di metano deriva da fonte agricola.
Se da un lato tutti gli altri precursori di ozono stanno riuscendo a ridurre sempre di più le proprie emissioni, dall’altro il settore agricolo e quello dell’allevamento sono gli unici che si caratterizzano per un inquinamento crescente. Secondo l’inventario regionale Inemar, nel 2010 l’agricoltura in Lombardia emetteva 221.000 tonnellate di metano che, nel 2021, sono diventate 235.000. Nello stesso periodo, tutti gli altri precursori di ozono hanno invece ridotto del 23% le proprie emissioni.
Bergamo preoccupa
In tutta la Lombardia, la città che spaventa di più per quanto riguarda l’inquinamento è Bergamo. Nel 2024, la città orobica ha segnato 72 giornate di superamento dei limiti per quanto riguarda l’ozono, che si attestano a 120 microgrammi/mc con massima media oraria nelle 8 re di picco diurno. In seconda posizione, dal basso, Lecco con 59 giorni, poi Brescia con 58 e Lodi con 53. Medaglia d’onore invece a Sondrio, che non ha mai superato i limiti.