Una recente indagine, promossa da Fondazione Soleterre e dall’Università Cattolica di Milano con la sua Unità di Ricerca sul Trauma, ha messo in luce gli effetti della pandemia e del suo corollario sui giovani.
Il quadro che ne emerge è affidato a numeri che parlano da soli:
– il 12% degli intervistati dichiara di non sentirsi in forma;
– il 36% di sentirsi triste;
– il 40,7% ha difficoltà a dare un senso a ciò che prova;
– il 34% afferma di non essere in grado di controllare il proprio comportamento quando è turbato;
– il 50 % si arrabbia con se stesso, quando si sente turbato;
– il 64% del campione di giovani pensa che se l’evento traumatico (e qui il riferimento è al lockdown);
– il 69,3% afferma che l’evento è diventato parte della propria identità;
– il 34,7% dice di fare fatica ad addormentarsi;
– il 17,3% pensa che sarebbe meglio morire o pensa a come fare del male.
Questa indagine è stata realizzata a dicembre 2021, su un campione, rappresentativo di 150 giovani, di età compresa tra 14 e 19 anni a fronte di una popolazione che conta oltre 2 milioni e 850 mila persone.
Le interviste e l’elaborazione dei dati sono avvenuta a cura di EMG Different mentre il questionario somministrato, realizzato in sinergia con l’Unità di Ricerca sul Trauma della Cattolica e la professoressa Chiara Ionio, ha previsto domande preparate ad hoc dai ricercatori e il ricorso a unità di misura standard per registrare il malessere degli adolescenti.
“Occorrerebbe studiare le dinamiche di Long Covid per indagare più in profondità gli effetti sulla salute fisica e mentale di uno stress divenuto ormai cronico – questa la prima considerazione di Damiano Rizzi, presidente di Fondazione Soleterre e psicoterapeuta dell’età evolutiva -. Credo vi sia, nel nostro Paese, un’urgenza che viene prime di tutte le altre: prenderci cura della salute mentale dei bambini e degli adolescenti sviluppando linee guida cliniche per alleviare gli effetti negativi della pandemia Covid-19 attraverso strategie di salute pubblica”.
“Non possiamo – ha aggiunto – ritenere il dolore psichico un problema legato solo a una specifica fascia d’età, ma è il problema di un Paese intero: se il 17,3% dei giovani dai 14 ai 19 anni ha pensato “quasi ogni giorno” e “più della metà dei giorni” che, in relazione al proprio stato d’animo attuale, sarebbe meglio morire o farsi del male a causa del dolore che la vita provoca, stiamo parlando – in valori assoluti – di oltre 490 mila individui in potenziale pericolo e che necessitano di assistenza psicologica immediata per scongiurare esiti peggiori”.
L’azione di Fondazione Soleterre non si limita ai dati numerici ma mette in campo, con i fondi che raccoglie, interventi di prevenzione e contenimento di questo disagio. Lo fa attraverso una Rete Nazionale per il Supporto Psicologico Covid-19 presente in 15 regioni, con oltre 80 psicologi e psicoterapeuti che, finora, hanno accompagnato 1.531 minori erogando 941 incontri sia individuali che di gruppo. È attivo anche il numero +39 335 7711 805, dalle 9:00 alle 18:00, che permette di fissare un appuntamento con uno psicologo, in presenza oppure online.