Fabio Maria D’Amato non ci sta, il manager di Chiara Ferragni replica: “Mai stato licenziato, ho lasciato io”

Fabio Maria D’Amato, ex manager e Direttore Generale per le aziende Ferragni, chiarisce la sua posizione dopo l’addio professionale.

Fabio Maria D’Amato dice basta. L’uomo mette fine alle voci sul suo conto dopo la fine del rapporto professionale con Chiara Ferragni. Non è più lui, infatti, il manager delle aziende TBS. Un addio che spiazza anche per la maniera in cui sembrerebbe essere avvenuto. Le strade fra i due professionisti si separano nel momento in cui c’è una ricapitalizzazione aziendale ed entrano in gioco nuovi partner. Dunque più di qualcuno ha pensato che alla base di tutto potesse esserci un licenziamento.

Fabio Maria Damato
Fabio Maria D’Amato non è più il Direttore Generale di TBS (Screenshot Instagram profilo ufficiale-MilanoCityRumors.it)

Un allontanamento da parte di Chiara Ferragni che non si fidava più dell’operato dell’uomo. Questo scenario sarebbe stato favorito dai sospetti dell’ex marito Fedez che accusa il manager di aver avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo del “pandoro gate”: non lo nomina mai direttamente, ma lascia intendere che determinate cose potrebbero essere successe per alcune scelte avventate dell’ex DG.

Fabio Maria D’Amato via dalle società Ferragni: la replica dell’ex DG

Tutto questo e anche di più affronta D’Amato, restando comunque vicino a Ferragni. Fino a oggi, quando comunica – e questo si apprende dai social del diretto interessato – che ha intenzione di lasciare le aziende: “Nessun licenziamento – spiega – ho lasciato io. Poi non ho mai percepito stipendi da favola”. Un altro punto delicato viene a galla, perchè si pensava – in base ai rumors presenti – che i lavoratori nelle società Ferragni venissero pagati una miseria a scapito di pochi eletti, fra cui D’Amato.

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L’imprenditrice digitale si separa da Fabio Maria D’Amato – (Credits: Instagram chiaraferragni) milano.cityrumors.it

Niente di più vero, secondo l’uomo d’affari, che dice: “Stipendio normale, nessuna cifra esagerata”. Avendo avuto un ruolo di vertice, qualcosa in più lo avrà preso necessariamente. Nessun extra profitto, però, D’Amato era regolarmente pagato senza oltrepassare i limiti consentiti per determinati stipendi.

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Un addio consensuale e senza strappi, quello con la Ferragni. Ora si rimetterà sul mercato, alla ricerca di nuovi incarichi: The Blonde Salad cambia pelle e utili. Nella speranza che i nuovi partner riescano ad arginare l’emorragia fiscale in cui l’assetto dell’imprenditrice verte. Lì di condiviso c’è ben poco: se non si interviene subito – come stanno cercando di fare – il rischio è quello di un crollo verticale.

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