Emergenza anestesisti, negli ospedali lombardi sostituiti dagli specializzandi

La carenza di anestesisti negli ospedali della Lombardia diventa una vera e propria emergenza. Al posto loro arrivano gli specializzandi. Interventi di routine sotto la supervisione di un tutor

La situazione negli ospedali della Lombardia risulta critica. A preoccupare è la mancanza di anestesisti sostituiti, al momento, da giovani specializzandi che sotto la supervisione di uno strutturato, che in contemporanea controlla anche altri interventi, eseguono le operazioni di routine.

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Emergenza anestesisti, troppe assenze negli ospedali Lombardi. Arrivano gli specializzandi (ansa) milano.cityrumors.it

Questa è la nuova ipotesi a cui la Regione Lombardia sta lavorando per far fronte alla carenza di anestesisti. Un problema che ha portato a richiedere l’aiuto, sempre più frequente, di cooperative esterne attualmente bloccate dal Pirellone. Il punto è quello di sostituire i medici così detti “a gettone”. Ora questi ultimi sono stati selezionati con un bando di Areu concluso a gennaio con la ricezione di ben 851 candidature per la copertura di 253 posti disponibili.

Specializzandi al posto degli anestesisti

Ieri, giovedì 1° febbraio, nell’ospedale l’Asst Santi Paolo e Carlo di Milano, è scaduto il contratto con le società di anestesisti così ora si deve far fronte alla carenza di medici in un altro modo. Nell’attesa che arrivino i professionisti vincitori del bando, nell’ospedale arriveranno anestesisti da altre strutture sanitarie milanesi.

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Emergenza anestesisti, troppe assenze negli ospedali Lombardi. Arrivano gli specializzandi (ansa) milano.cityrumors.it

L’assessore al Welfare, Guido Bertolaso, come riporta la Repubblica, ha dichiarato: “Ho convocato i primi 44 che sono stati selezionati qui in Regione, lavoreranno sia ai Santi sia nelle altre strutture dove si inizieranno a sostituire le cooperative”. All’ospedale San Carlo sono attesi dal Niguarda, Fatebene-Sacco e al Policlinico i medici anestesisti in supporto.

Con questi, l’Asst dei Santi ha stipulato accordi in modo da programmare gli interventi di routine al San Carlo, che al momento risulta essere il presidio più scoperto, dove gli anestesisti mancanti sono circa una decina. Bertolaso spiega che: “La soluzione è stata trovata in via privilegiata attraverso le convenzioni con le altre Asst dell’area metropolitana, successivamente attingendo dall’elenco dei medici libero professionisti. I turni nelle sale operatorie sono stati regolarmente coperti per tutto febbraio. L’obiettivo è garantire una maggiore continuità dell’assistenza”.

Scuole di anestesia vuote

La carenza di anestesisti non è così semplice da risolvere. Il problema è alla base, ovvero nelle scuole di formazione che, come riportano i dati Anaao, il sindacato dei medici ospedalieri, solo in Lombardia segnala il 61% dei posti nelle scuole di specializzazione vuoto. Problema particolarmente sentito soprattutto nelle sedi di Pavia, Brescia e dell’Insubria, dove si arriva a oltre due terzi di posti vacanti.

Secondo Stefano Magnone, segretario lombardo dell’Anaao, la motivazione di questo drastico calo degli iscritti è da ricercare nell’offerta. Ovvero, questo degli anestesisti  “è uno degli ambiti che offre poche possibilità di lavorare in libera professione, cioè privatamente. Non solo, costringe anche a turni notturni e festivi difficili da gestire. Insomma è un ambito difficile da valorizzare”.

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Il piano della Regione Lombardia

Per far fronte a questo disagio, la Regione Lombardia sta lavorando su un piano ad hoc con le associazioni di categoria. Guido Bertolaso, come riporta sempre il quotidiano la Repubblica, ha affermato in merito: “Oggi quando si fanno interventi in sala operatoria serve un anestesista specializzato. Stiamo però negoziando la possibilità di avere un anestesista su due tavoli, gestiti da due specializzandi. In questo modo andiamo a ridurre l’esigenza del numero di anestesisti e coinvolgiamo molto di più i medici in formazione”.

In conclusione, Stefano Magnone spiega: “L’idea, in realtà, non varrebbe solo per Anestesia, ma anche per altre specialità, come Pediatria e Psichiatria e il piano della Regione rientra nel tentativo di dare maggiore autonomia anche ai medici in formazione. Non si parla di interventi a cuore aperto, ma di operazioni chirurgiche che possono essere gestite anche da colleghi in formazione”.

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