Dall’11 al 17 dicembre sono risultati positivi al virus influenzale oltre 150mila persone in Lombardia. Il picco è previsto per la settimana dell’Epifania. Negli ospedali milanesi è stop ai ricoveri non urgenti
Sovraffollati gli ospedali lombardi a causa dell’epidemia influenzale che, da dicembre, sta colpendo massicciamente la popolazione lombarda con una crescita esponenziale di casi registrati nell’ultima settimana del mese. In particolare sono i bambini i soggetti maggiormente attaccati dal virus respiratorio sinciziale.
Sotto stress i pronto soccorso milanesi a causa dell’alto numero di persone che si presentano con sintomi tipici influenzali o contagiati dal Covid. Seppur quest’ultimo è in lieve diminuzione. Per far fronte alla grave affluenza, nella strutture sanitarie della Città Metropolitana di Milano è stato deciso il blocco dei ricoveri non urgenti.
Blocco dei ricoveri non urgenti a Milano
Era stato previsto tempo fa che nelle ultime due settimane del mese di dicembre si sarebbe avuto il picco dei casi. Così, per far fronte all’emergenza, durante la riunione straordinaria tra i direttori generali degli ospedali di Milano e l’assessore al Welfare, Guido Bertolaso, si è deciso di attuare la misura straordinaria che prevede il blocco dei ricoveri non urgenti.
Misura atta a “liberare” quanti più posti letto possibili nelle strutture ospedaliere e sociosanitarie della città. Come riportano alcune fonti sindacali, l’Agenzia di Tutela della Salute (Ats) ha convocato una riunione non programmata comunicando alle strutture sia pubbliche che private accreditate le restrizioni che riguardano i cosiddetti ricoveri di elezione.
Fino a quando è previsto lo stop
Nel particolare, lo stop dei ricoveri non urgenti riguarda “l’area sanitaria riabilitativa e l’area sociosanitaria fino al 31 gennaio e i ricoveri chirurgici, almeno fino al 15 gennaio, compresi nella ‘classe A’, quelli cioè con attesa massima di 30 giorni”.
Sarebbero all’incirca 7 mila i posti letto sparsi in strutture ospedaliere lombarde. Tra queste figurano il Cto-Gaetano Pini, il Golgi Redaelli, il Trivulzio. Ma lo stop dovrebbe coinvolgere anche i centri privati. Saranno garantite cure adeguate ai pazienti in arrivo dagli ospedali. Allo stesso tempo, i trasferimenti dovrebbero abbassare la durata delle degenze e riattivare il turn over dei posti letto.
Secondo le previsioni degli specialisti, l’epidemia influenzale continuerà sino a gennaio, raggiungendo il suo picco massimo nella settimana dell’Epifania. Si prevede che dalla seconda settimana di gennaio i casi dovrebbero diminuire lentamente.
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Virus respiratorio sinciziale: come proteggere i bambini
La categoria di persone maggiormente a rischio di contrarre il virus influenzale sono i bambini, soprattutto nel primo anno di vita ma quest’anno anche i più grandicelli sono finiti sotto la lente d’ingrandimento. Il virus respiratorio sinciziale (Rsv) è il principale agente responsabile della bronchiolite acuta virale, la più frequente patologia infettiva che colpisce i neonati ed è la prima causa di ospedalizzazione nel bambino.
A differenza di altri agenti patogeni questa non comporta un’immunità duratura, quindi il bambino può infettarsi più di una volta nel corso della vita. Come spiega Rino Agostiniani della Società italiana di pediatria: “Questo è il motivo per cui più frequentemente i bambini si infettano stando a contatto con adulti o fratellini che magari hanno un semplice raffreddore. Risulta, quindi, fondamentale a livello preventivo il monitoraggio in famiglia, che è il luogo dove più spesso girano i virus”.
Alcuni consigli offerti dai pediatri ai genitori per cercare di prevenire l’infezione influenzale e tutelare la salute dei bambini. In primo luogo, come riporta Rainews.it, il dott. Agostiniani suggerisce di: “Proteggere i più piccoli e i più fragili con i vaccini laddove esistono e avendo sempre come riferimento il proprio pediatra”. Inoltre le raccomandazioni sono le stesse che ormai da alcuni anni gli italiani conoscono alla perfezione a causa della pandemia da Covid, ovvero: il lavaggio delle mani, l’areazione degli ambienti, uso, qualora ce ne fosse bisogno, di mascherine chirurgiche nelle zone affollate.