Poco prima che l’Italia si fermasse per il lockdown, le carceri italiane e lombarde, sono state teatro di una rivolta dei detenuti che ha tenuto banco per diversi giorni.
Nel milanese sono stati coinvolti, in particolare, San Vittore e Opera.
Nel caso di quest’ultimo penitenziario è stata avviata, quasi da subito un’indagine per individuare gli autori della rivolta del 9 marzo scorso che ha provocato danneggiamenti alla struttura e violenze ai danni delle guardie carcerarie con minacce di morte e, in alcuni casi, di aggressioni con lo spray urticante.
In questi giorni è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per 22 detenuti a firma dei pm Enrico Pavone e Alberto Nobili con i capi di accusa che comprendono incendio, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale.
In alcuni casi a questi reati si è aggiunta anche la recidiva.
Tra danni alla struttura carceraria sono inclusi lo sfondamento del cancello della sezione in cui si trovavano i detenuti usando il carrello del vitto, la distruzione di sedie, tavolini, vetrate e persino di un calcio balilla.
Durante la sommossa è stato anche appiccato un incendio a un materasso e ai resti della devastazione già compiuta.
Per quanto riguarda i reati ai danni delle guardie, alcuni degli indagati si sono resi protagonisti del lancio di pezzi di legno e vetro contro gli agenti.