Cibo scaduto, migranti come zombie: il Cpr di via Corelli e’ un lager. La scoperta shock dei magistrati

Dall’ispezione di questa mattina eseguita dalla guardia di Finanza e dai pm di Milano sul Cpr di via Corelli è emerso l’orrore: nessun servizio assicurato nel bando per i migranti è stato rispettato: cibo scaduto e maleodorante, visite mediche inesistenti e cure assenti. La rabbia dei migranti

Secondo quanto riferito in conferenza stampa dalla Guardia di Finanza e dai pm della Procura di Milano a seguito dell’ispezione di questa mattina, primo dicembre 2023, sul Cpr di via Corelli a Milano, nessun servizio sottoscritto nel bando è stato eseguito dalla società di gestione del Centro di permanenza per i migranti, La Martinina srl. I due indagati, Alessandro Forlenza e Consiglia Caruso, facente parte dell’amministrazione societaria sopracitata, avrebbero prodotto anche “documenti contraffatti e firme false”. Sono almeno 10 le convenzioni finte che la Guardia di Finanza di Milano ha individuato.

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Cpr di via Corelli, dopo l’ispezione della Finanza, l’orrore (ansa) milano.cityrumors.it

Quello che esce fuori dall’indagine coordinata dalla procura milanese e dalle Fiamme gialle è un vero e proprio circo dell’orrore che abbraccia ogni branca dei servizi: da quelli di mediazione linguistica che dovevano essere presenti, come da bando, ma che risultano invece “assenti e comunque gravemente deficitari”, passando per il presidio sanitario “gravemente deficitario” e le visite mediche specialistiche che “venivano effettuate raramente per mancanza di fondi e di medicinali”.

L’inchiesta sul Cpr di via Corelli: Servizi assicurati nel bando “completamente assenti”

E quanto scrivono i pm milanesi nel decreto che ha fatto scattare l’inchiesta sul Centro per migranti – Cpr di via Corelli a Milano: visite “assolutamente carenti, con malati di epilessia, tumore al cervello epatite, affetti da gravi patologie psichiatriche e tossicodipendenti, considerati idonei alla vita in comunità”.

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Cpr di via Corelli, dopo l’ispezione della Finanza, l’orrore (ansa) milano.cityrumors.it

I gestori del Cpr milanese facevano “apparire l’esecuzione del contratto di appalto conforme agli obblighi assunti” attraverso “espedienti maliziosi e ingannevoli” mediante i quali attestavano la presenza di servizi all’interno del centro che, nella realtà, non esistevano. A scoprirlo sono le indagini della Guardia di Finanza di Milano che hanno evidenziato l’inesistenza o la gravissima carenza dei servizi.

Secondo la ricostruzione eseguita dei finanzieri ai migranti non venivano fornite nemmeno informazioni su diritti e e percorsi legali che gli ospiti potevano intraprendere. Un ospite del centro ha raccontato: “l’informazione legale, a detta del direttore, viene fornita direttamente da lui. Non ci sono stati mostrati gli opuscoli di rito, nè la carta dei diritti, né quello sulla protezione internazionale”.

Al posto dei prodotti biologici, nel piatto cibo scaduto

Tra i servizi assenti, nell’indagine delle Fiamme gialle è emersa la gravità del cibo donato agli ospite del centro che, per esempio, nell’offerta tecnica era “consistente in prodotti e materie prime provenienti da produzione biologica e tradizionale”, ma che nella fattispecie risultava “maleodorante, avariato, scaduto”.

Stesso disservizio per quanto riguarda l’ausilio psicologico e psichiatrico, definito come si legge negli atti depositati dai pm: “largamente insufficiente e fornito da personale che non conosce le lingue parlate dagli ospiti del Cpr”. Anche le stesse strutture di alloggio vertevano in uno stato di completo degrado. Come riporta la Repubblica, un testimone racconta: “La pulizia lasciava a desiderare. I bagni erano in condizioni vergognose e le camere erano sporche. L’unica pulizia che veniva fatta era per le parti comuni e anche un pò all’acqua di rose”.

Poi, negli atti dell’inchiesta anche la testimonianza d un altro ospite del Cpr che dice: “non ha potuto effettuare una gastroscopia, perché il gestore non pagava il ticket.  Anche un altro ragazzo detenuto nel centro, riportano gli investigatori: “annientato dal mal di denti, non aveva ricevuto cure in quanto il direttore sanitario del centro disse: “ma ce li abbiamo i soldi per ricostruire i denti a questo ragazzo?”. Infine, è stato domandato a un funzionario del Cpr come si potevano fornire un supporto psicologico senza conoscere le lingue parlate dagli ospiti. La risposta ricevuta, riportano gli investigatori, è stata: “Con le persone trattenute si capiva sulla base del feeling”. 

 

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